- 1957
1957
Un anno positivo in complesso e di buoni risultati. Ho iniziato piano piano la mia attività a metà febbraio ed essa gradatamente si è estesa ed ha abbracciato orizzonti nuovi, clienti vari. Posso dichiararmi soddisfatto e lieto. Ora devo studiare e prepararmi seriamente per la prossima prova. Mi attende al varco l’esame da procuratore: occorre ch’io mi impegni a fondo.
Millesimo, 31 dicembre 1957
|
|
- 1960
1960
L’anno si chiude in modo positivo e soddisfacente. Ho conseguito il risultato al quale aspiravo veramente: il titolo di procuratore! Non mi importa se esso mi è costato quasi due anni di attività professionale e se ha comportato per me spese notevoli. La professione mi ha dato buone soddisfazioni, dal punto di vista morale e da quello economico. I risultati conseguiti sono superiori ad ogni previsione e mi riempiono il cuore di gioia. Sono soddisfatto per me, per Maria Pia e per Cristina! Ciao, anno 1960. Ti sono grato.
Millesimo, 31 dicembre 1960
|
|
- 1961
1961
L’anno 1961 mi ha portato a dei risultati veramente sorprendenti e, forse, inattesi. Mi sorprendo io stesso di tutto ciò e ne sono, ovviamente, soddisfatto ed entusiasta. Non nascondo che ho lavorato sodo, senza soste, con impegno. Ma, stasera, mi posso considerare soddisfatto, constatando tali positivi e lusinghieri risultati. Di ciò, rendo grazie a Te, o Signore, che mi hai dato la forza d’animo, il coraggio e l’applicazione al lavoro; a Te, che mi hai dato tutto. Sono soddisfatto della mia Maria Pia che mi dà tanta serenità nel lavoro e della mia Cristina, così simpatica e cara. L’anno 1961 rappresenta inoltre l’inizio della nuova gravidanza di Maria Pia e ... forse l’atteso “maschio” .
Millesimo, 2 gennaio 1962
|
|
- 1962
1962
Sto scrivendo queste righe, in modo affrettato; ho sulle braccia Cristina: tre anni e mezzo quasi. E’ un tesoro, la mia Cristina: vivace ed intelligente. Sento le prime espressione vocali di Fabio: mi arrivano dalla saletta, mentre Maria Pia sta dando ordini e si sta preparando per il cenone di fine anno. Lo passeremo stasera, in allegria, dai signori Bruno. Saranno con noi i signori Fresia. Dopo un anno di lavoro e di fatiche, senza risparmiarmi, mai, stasera andrò con Maria Pia al cenone, col cuore allegro. E’ stato veramente un anno felice e positivo: 1962! Il più importante avvenimento per me è stata la nascita di Fabio, il 6 aprile: lo desideravo tanto il maschio: e Fabio è un amore: buono, simpatico e svelto. Poi c’è Cristina che si sta facendo in gamba e l’affetto di Maria Pia, sempre più cara e a me vicina. In campo amministrativo: la solidarietà degli amministratori e l’unione è salda e forte. Solo vi è l’invidia e la gelosia di qualche amico. I nemici e gli avversari sono semplicemente stupiti per quello che riusciamo a fare. Ciao, anno 1962. Ti ricordo con tanta simpatia. Benvenuto a te, nascente 1963.
Millesimo, 31 dicembre 1962
|
|
- 1963
1963
Molto bene! Avevo riferito che ben difficilmente sarei stato in grado di superare gli incassi conseguiti nell’anno del “miracolo economico”. Invece, da un raffronto con l’anno 1962, si ricava che le entrate hanno superato quelle conseguite nell’anno precedente. Se il raffronto, poi, dovesse estendersi agli anni 1960 e 1961, allora ne avrei proprio motivo di vivissimo compiacimento. Posso riconoscere, in questo momento in cui la mia attività ed il mio spirito inquieto lasciano il posto alla serena meditazione, che non mi sono mai risparmiato e che ho lavorato sodo e con impegno veramente notevole. I sacrifici, nella mia vita, non si contano; ma il sacrificio non mi costa molto, poiché al lavoro sono affezionato ed alle mie “brutte ed antipatiche” scartoffie sono legato: non mi muoverei mai dallo studio! Sono molto soddisfatto del mio lavoro, anche se talvolta le inquietudini e le preoccupazioni della nostra attività professionale non facile, mi rendono nervoso e mi fanno star male. La mia famiglia costituisce il mio sereno riposo, dopo le fatiche professionali e gli impegni pubblici. Maria Pia è sempre dolce, serena e cara. Essa è pura come l’acqua di una sorgente; sempre buona ed affettuosa e comprensiva. A settembre abbiamo festeggiato semplicemente il nostro quinto anniversario di matrimonio. Siamo stati a San Remo e sulla Costa Azzurra: un viaggio bello e felice di tre giorni (non completi, per carità, poiché ho approfittato per sbrigare alcune mie pratiche). Di ritorno, poi, ci attendeva una brutta malattia di Fabio: 15 settembre: difterite. Quante preoccupazioni e quanta paura per il piccolo Fabio. Grazie a Dio tutto si è risolto bene ed ora Fabio è un caro e grasso bamboccione. Cristina si avvia ai suoi 5 anni: sta diventando una donnina giudiziosa. A Natale ha recitato la poesia per la prima volta a noi ed ai nonni. Era cara nel suo gesticolare! E sempre a Natale ha recitato nel teatrino dell’Asilo: faceva l’Angelo. Mi ha commosso! Accanto alle mie gioie familiari ed ai miei impegni professionali, fra i quali devo ricordare il mio debutto in Corte d’Assise il 7 febbraio nel processo per omicidio volontario a carico di Luigi Vero (un vero trionfo, con favorevolissimi commenti anche su tutti i giornali), vi sono i miei impegni di Sindaco. Nell’Amministrazione Comunale si è creata una solidarietà simpatica con tutti i miei collaboratori e tutti abbiamo operato per il progresso della nostra comunità: Millesimo - dicono gli altri - si è trasformata - ed è cresciuta di prestigio, ovunque. Molti problemi si sono affrontati e risolti, con la collaborazione di tutti, in un clima di solidarietà. Fanno la solita eccezione alcuni untorelli di strapazzo: quelli che dovrebbero appoggiare la nostra azione di amministratori e che, invece, vuoi per meschinità vuoi per gelosia, talora la criticano, assumendo atteggiamenti incomprensibili. Anche in questo settore ho la serena coscienza di aver agito con la massima onestà con spirito di sacrificio e con tanto amore per il mio Paese. Stasera partiremo per Varazze: porteremo i bambini dai miei suoceri e poi, più tardi, andremo al Portichetto di Arenzano con Nella e Giulio. Passerò con Maria Pia l’ultimo giorno dell’anno, spero, in serenità, dopo un anno di intenso lavoro e di buone soddisfazioni. Ti saluto con tanta simpatia, caro 1963. Quanti ricordi, quante cose belle e quante preoccupazioni mi hai portato. Il tempo trasfigura tutto ed ogni cosa ed ogni sentimento si purificano. Tutto diventa bello, per cui il 1963 è ricordato da me ora solo come un bellissimo e magnifico anno. Do il benvenuto al nascente 1964 invocando da Dio la protezione su Maria Pia, su Cristina, su Fabio e su me e su tutti i miei cari per il nuovo anno che sta per sorgere.
Millesimo, 31 dicembre 1963
|
|
- 1964
1964
Anche quest’anno - l’anno della congiuntura e delle elezioni amministrative - le entrate sono state superiori a quelle dell’anno passato. Purtroppo, sono aumentate anche in maniera considerevole le spese, per cui il guadagno non si è proporzionato alle entrate. Sono veramente soddisfatto per i risultati raggiunti, veramente lusinghieri e positivi. Essi, poi, acquistano una particolare rilevanza se si pensa che per oltre un mese abbondante (e forse anche due mesi !) la mia attività professionale è stata praticamente interrotta per le elezioni amministrative. Dopo quattro anni di intenso lavoro a favore del mio Paese e di quanti a me si sono rivolti, mi sono trovato di fronte coalizzati alcuni individui, animati da molta cattiveria e da una straordinaria faziosità, che volevano a tutti i costi “farmi fuori”. Con la collaborazione degli assessori, avevamo lavorato con serenità e, soprattutto, con onestà per il bene ed il progresso della mia Millesimo; le opere pubbliche notevoli realizzate e la trasformazione del Paese in una cittadina ne sono la comprova. Ma l’invidia covava in animi tutt’altro che nobili ed essa è cattiva consigliera. Mi sono battuto come un leone e sono riuscito ad ottenere di essere iscritto come candidato nelle elezioni provinciali. Di ciò va dato merito soprattutto all’amico Giobatta Allegri, che mi è stato molto vicino. I risultati del 23 novembre 1964 hanno travolto ogni previsione, anche la più ottimistica. Sono riuscito a piazzarmi il secondo in graduatoria, dopo Russo, ed ho preso una caterva di voti a Cengio, Murialdo, Roccavignale e a Millesimo, dove si nutrivano seri dubbi per l’aperta opposizione dei soliti meschini individui. Ho avuto una grande soddisfazione, superiore ai miei modesti meriti. Queste elezioni costituiscono il motivo centrale dell’anno 1964: per questo ne ho parlato lungamente. Nella mia famiglia le cose marciano bene e con Maria Pia l’accordo è sempre perfetto, la convivenza serena. Mi accorgo di essere sempre più innamorato di questa tenera, dolce, affettuosa e sensibile Maria Pia. Con lei mi trovo bene; vicino a lei sono felice. E’ vero, sovente le preoccupazioni del mio lavoro professionale - sempre molto intenso - mi tolgono la naturale serenità; ma esse non guastano i rapporti con Maria Pia, che mi comprende e mi è molto vicina. Cristina cresce bene: si fa donnina. In questi giorni è dai nonni a Varazze. E’ molto affettuosa e cara; qualche volta anche birichina. Ma ciò rientra nell’ordine naturale delle cose. Essa è molto svelta e furba. Fabio è intelligente ed è sempre più caro e bamboccione. E’ un bambino riflessivo, calmo e ragionatore. Mi si è rivelato in quest’anno ed è stata la mia più bella sorpresa. Da piccolo, grasso com’era e com’è, qualche volta avevo dubitato e avevo pensato che avesse una intelligenza inferiore a quella di Cristina. Oggi direi che Fabio è superiore come intelligenza; Cristina è superiore come furbizia. Il 1965 segnerà l’inizio della scuola per Cristina, che incomincia già adesso a scrivere e a fare i primi disegni. Stasera passerò l’ultima serata dell’anno con Attilio e con Carla. Sarà con me Maria Pia e spero che la serata sia serena. Andremo a fare cena a Noli e poi ci dirigeremo verso San Remo. Domani andremo ad iniziare l’anno in Francia. Ti saluto con simpatia, anno 1964: le preoccupazioni che mi hai dato si trasformano quasi per incanto in gioia e tutto mi appare sereno e caro. I ricordi trasformano anche le ore tristi in ore belle. E saluto con fiduciosa speranza il nascente anno. Con l’aiuto della Provvidenza, che invoco anche stasera su Maria Pia, su Cristina, su Fabio, su mia mamma, su mio papà, sui miei suoceri, su tutti i miei cari e su di me, confido di poter lavorare con lo stesso amore con cui ho lavorato negli anni passati e con maggiore capacità e spero di ritrovarmi per il prossimo 31 dicembre a fare il consuntivo, che rappresenta la mia meditazione di fine anno, con la stessa serenità e gli stessi sentimenti di questa sera. Ciao, anno 1964! Benvenuto a te anno 1965!
Millesimo, 31 dicembre 1964
|
|
- 1965
1965
Molto bene! Avevo ritenuto - negli anni passati - di aver già raggiunto traguardi considerevoli ed avevo pensato, in cuor mio, che ben difficilmente avrei potuto superare le mete acquisite. Invece, il consuntivo di quest’anno è largamente superiore a quello dell’anno passato e raggiunge veramente entrate considerevoli. Sono soddisfatto della mia attività professionale e dei risultai raggiunti: alcuni anni fa, quando, assai timidamente, iniziai il mio lavoro e mi presentai per la prima volta nelle aule di giustizia, non riuscivo neppure a sognare tali traguardi economici e morali. Devo riconoscere, in queste mie abituali note di fine d’anno - che vorrebbero essere in breve il succo di un’intera annata e che, naturalmente, non ne rappresentano che soli e limitati aspetti - che non mi risparmio e che non mi concedo soste. Sono impegnato tutti i giorni dalla mattina alla sera tardi, con un orario che mi sacrifica alla famiglia e, sovente, alle altre attività (il mio hobby: la politica!): ma questa vita di sacrificio mi ha preso ormai nel suo giro e riconosco francamente che mi piace. Non tanto per le soddisfazioni economiche che essa mi determina, ma, soprattutto per le notevoli soddisfazioni morali. Quanti casi umani risolti e quante situazioni sanate, talora con un consiglio appropriato, talora con poche parole e talvolta con un impegno, portato sino in fondo, senza risparmi di energie. Se rivado indietro nei 12 mesi di quest’anno, vedo il cammino di questi 365 giorni cosparso di tante fatiche, di tanti lavori e di tanti sacrifici. L’anno 1965 è stato caratterizzato, quindi, da una mia intensa attività professionale. Nel campo pubblico, ho iniziato la mia esperienza di assessore alla provincia. Forse, tutto sommato, è stata una esperienza deludente. Talora gli impegni di lavoro mi tolgono la possibilità di occuparmi intensamente dell’attività amministrativa, ma penso che non sia questo il motivo di fondo. Vi è invece la persona e la personalità del Presidente: un buon uomo, onesto, ma accentratore. A Millesimo gli amministratori comunali sono faziosi e inconcludenti. Polemiche dietro polemiche: criticano in tutti i modi la mia amministrazione che ha operato bene e, quindi, finiscono con il valorizzare l’opera mia e dei miei collaboratori. In casa mia, le cose vanno bene. Stasera, per la verità, mi sono arrabbiato con Maria Pia per una sciocchezza, ma non è certamente questo fatto, che mi deve fare dimenticare la serenità del mio ambiente familiare. Mi avevano detto che il settimo anno di matrimonio (già sette anni ? !) coincide solitamente con una crisi: stanchezza nei rapporti, desiderio di evasione, etc... Io mi sento sposino, in luna di miele. Voglio sempre più bene a Maria Pia, che considero una creatura sensibile, delicata, fine e gentile. Mi trovo bene con lei e sto volentieri in sua compagnia. Ogni divertimento senza di lei perde il suo vero significato; con lei apprezzo meglio le cose belle e care. I miei bambini: che gioia mi danno! che serenità! Non avrei pensato mai di scrivere con tanti punti esclamativi: mi sembrava un tempo sdolcinato ed effeminato. Ma non riesco ad esprimere ciò che sento nel cuore per queste mie tenerissime creature. Cristina ha iniziato il suo primo anno di scuola. Incomincia a fare i primi disegni ed i primi pensierini. Scrive bene, ma legge male. Nella matematica è brava (è furba come mia suocera e sa fare i conti come lei, donne d’affari!), ma non si applica a leggere. Dimostra, comunque, una ottima memoria e, direi, una buona intelligenza ed ha una volontà notevole, superiore alle mie previsioni. In giro continua a sillabare e ... a inventare. Fabio non sembra un bambino: è caro ed affettuoso come un bamboccio, ma è buono e ragionatore e riflessivo come e più di un adulto. E’ ubbidiente e simpatico: devo riconoscere che partecipa alla vita di noi grandi, dimostrando una maturità strana (non esagero, parlando di “maturità” in un bambino di tre anni e mezzo: sento che in Fabio ci sono delle doti notevoli. Non penso che sia l’affetto paterno a farmi scrivere così: comunque il tempo dirà se ho o non ho ragione). Non so ancora dove passeremo l’anno nuovo, stasera. Dopo tanti anni in cui avevamo preordinato tutto, stasera siamo arrivati alle 19,30 senza sapere dove andremo. Ma ciò non importa. Ciao anno 1965. Ti saluto con tanta simpatia. Anche quest’anno invoco dalla Provvidenza le benedizioni su tutti i miei cari: su Maria Pia, su Cristina e Fabio, sui miei genitori, sui miei suoceri, su di me e su tutti, con l’auspicio che l’anno 1966 sia felice e prospero come e più dell’anno che sta per morire. Ciao anno 1965! Benvenuto a te anno 1966!
Millesimo, 31 dicembre 1965
|
|
- 1966
1966
Mentre sto tirando le somme suddette, avvalendomi quest’anno della collaborazione della calcolatrice, le campane della chiesa stanno suonando a festa per il Te Deum di ringraziamento. E veramente un canto di ringraziamento sale dal profondo del mio cuore: l’anno 1966 che sta per morire, è stato veramente un anno positivo e proficuo. I risultati conseguiti ne sono una prova meravigliosa. Già l’anno scorso - scrivendo queste brevi note di riflessione - osservavo che non avevo mai pensato di raggiungere traguardi economici così ambiti e lusinghieri: essi invece sono stati superati anche quest’anno. Dall’inizio della mia attività professionale ad oggi è stato sempre un crescendo di pratiche, di clientela e di soddisfazioni. L’anno 1966 è stato caratterizzato da una attività intensa, senza respiri e senza soste (a parte le mie abituali ferie annuali di 14 giorni): dal mattino alla sera tardi (quasi sempre ceno verso le 22) dopo aver ricevuto i clienti in studio a Millesimo, al termine di giornate veramente intense e faticose. Non mi risparmio davvero ! Dalla vita professionale all’attività politica (proprio stamani sono stato a Savona alla distribuzione dei pacchi natalizi ai figli dei dipendenti della Provincia, ai quali ho portato gli auguri dell’amministrazione) dalla cura dei problemi dell’Alta Val Bormida, ivi compreso il giornale, alla mia vita coniugale: è tutta una serie di impegni intensi e laboriosi . Molte soddisfazioni nella vita professionale: un po’ meno nella vita pubblica; in Provincia il lavoro va bene; non manco mai alle riunioni di giunta e di consiglio e in esse cerco di portare il contributo mio. Ma non ne sono molto soddisfatto! Io sono molto assorbito dalla mia attività professionale; ma prendo l’impegno - se rimarrò assessore, poiché ora siamo in crisi e tutto potrebbe capitare! - di occuparmi di più della Provincia e del mio settore. La mia vita coniugale è sempre serena e mi dà indubbie soddisfazioni. Maria Pia ha un carattere dolce: è donna nel senso più alto della parola. Io ho sempre sognato una donna dolce, Maria Pia lo è veramente. I miei bambini stanno crescendo bene. Cristina fa la seconda elementare e fa benino, senza eccellere. E’ una bambina furba e sveglia. Ora è dai miei suoceri a Varazze. Fabio è una meraviglia ! Bello, come nessun altro bambino, buono come pochi ed intelligente e riflessivo. Mi risuonano dolcemente nelle orecchie le parole della poesia natalizia che Fabio ha imparato per averla sentita dire due volte da Cristina. Me lo ricordo con le braccia aperte, come Bambin Gesù, a recitare la poesia natalizia dai nonni ed anche all’Hotel Italia a Savona! ! Stasera festeggeremo il nuovo anno all’Hotel Orizzonte a Varazze. Sarà una bella sera? Non importa se sia bella o brutta: ho l’allegria nel cuore ed è festa in me. Ciao, caro anno 1966: ti ricorderò con simpatia, poiché sei stato un buon anno per me e per i miei cari. A te, nascente 1967, il mio benvenuto! Iniziavo queste mie brevi note osservando che un canto di ringraziamento nasceva nel profondo del mio cuore per l’aiuto e l’assistenza della Divina Provvidenza. Anche stasera invoco la Provvidenza su Maria Pia, su Cristina, su Fabio, su di me, sui miei genitori, sui miei suoceri, su mio fratello, sui miei cognati e nipoti e su tutti. Che essa sempre ci assista e ci illumini! Millesimo, 31 dicembre 1966
|
|
- 1967
|
1967
Ho completato ora il riepilogo generale relativo all’anno 1967 per le entrate professionali ed extra, gli investimenti e le spese. Sono ormai alcuni anni che vado scrivendo, in queste pagine del mio diario necessariamente affrettato, che i risultati conseguiti non sono superabili ed ogni anno mi ritrovo con un notevole aumento delle entrate. Dieci anni fa, nel febbraio 1957, tornavo dal servizio militare con seri propositi e con una dose non comune di buona volontà: non mi ero prefisso alcuna meta, ma, forse e senza forse, non pensavo di arrivare a simili risultati. Quando mi parlavano di professionisti con guadagni di lire 400.000-500.000 mensili, guardavo e pensavo a tali cifre come ad una meta non perseguibile. Invece ... è venuto il miracolo! Debbo, con franchezza, riconoscere che non mi sono risparmiato e che mi sono dedicato alla attività professionale con un amore e con una passione notevole, trascurando talora la famiglia ed i miei bambini. C’è in me il demone del lavoro: non mi stanco mai di lavorare e starei sempre in studio! Mi sono anche dedicato - come mio hobby preferito - alla attività politica. In Provincia va abbastanza bene e nell’Alta Val Bormida sono apprezzato. Ho scritto parecchi articoli, apparsi su “Il Letimbro” e sull’ “Unione”, oltre che sull’ ”Alta Val Bormida” e sono riuscito a conquistare il posto di vice-segretario del partito, seppure a mezzadria con Briozzo e con Marantonio. Addirittura, da molte parti, si parla di me come di un candidato alle prossime elezioni politiche! Con ogni probabilità non se ne farà niente, poiché tre sono i posti disponibili ed uno di essi è riservato a Russo, l’altro a Minuto (che ha dato le dimissioni da Presidente) ed il terzo ... ? Troppi sono i concorrenti. Comunque, non ho grandi aspirazioni, anche perché debbo onestamente riconoscere di non avere titoli sufficienti per ambire a certe posizioni. Lasciamo che altri più preparati affrontino le impegnative battaglie politiche! Debbo anche dire che la professione mi attira più della politica: sovente preferisco rinunciare ad un impegno pubblico piuttosto che lasciare vuoto il mio studio! Nella mia famiglia i bambini crescono bene. Mi sembrano vivi ed intelligenti, anche se capricciosi. Cristina non ha molta voglia di studiare, ma di ciò non mi preoccupo: è sveglia, furba e vivace. Riuscirà bene nella vita, senz’altro, anche se non è molto brillante a scuola. Fabio, invece, è molto riflessivo, calmo e molto intelligente: si applicherà molto a scuola e riuscirà senz’altro bene. Sono tutti e due molti cari. Maria Pia possiede un’infinità di doti. Il nostro affetto non è mutato, anche se ormai i 10 anni di matrimonio bussano alla porta. L’apprezzo molto per l’attaccamento ai bambini, per la cura a me. Non posso chiudere queste brevi note senza mandare un pensiero a due miei zii, morti in quest’anno. Zio Serafino è mancato ad aprile, dopo pochi giorni di malattia e di ricovero all’ospedale, lasciando sola Jolandina e ieri sera, improvvisamente, è mancata la buona e laboriosa zia Assunta. Se ne è andata lievemente, mentre stava a tavola a cenare. Non si è accorta neppure di morire. Devo anche ricordare l’operazione alla prostata subita da mio padre a Genova il 27 novembre: si è ripreso molto bene ed ora è in convalescenza. Speriamo che non venga turbato dalla notizia di zia Assunta. Ciao, anno 1967. Un altro anno se ne va. Troppo in fretta. Come gli altri e come i venturi. Do il benvenuto a Te, nascente anno 1968. Che il Signore protegga la mia famiglia, il mio lavoro, i miei Cari e mia dia la forza e la saggezza per svolgere bene la mia professione e la mia attività.
Millesimo, 31 dicembre 1967
|
|
- 1968
|
1968
L’anno 1968 sta per morire: vive le sue ultime ore. Anno bisestile, che si conclude in maniera notevolmente positiva. Che la luna abbia riflessi sull’uomo e sulle sue determinazioni è certo (intanto proprio in questi giorni a proposito di luna, si è conclusa la meravigliosa impresa spaziale degli americani, che ci hanno trasmesso interessanti fotografie della luna); che l’anno bisestile, poi, determini operazioni particolari ho dovuto io stesso constatare. Maria Pia è in attesa del terzo figlio! Da tempo desideravo il terzo figlio, anche se debbo dire con franchezza che ... non l’ho cercato. Speriamo che tutto abbia a svolgersi bene. Maschio o femmina? Certo che il maschio mi lusinga sempre molto, forse per un antico pregiudizio, sempre vivo in noi uomini. Nella professione non mi risparmio: esagero, persino, nell’impegno, nel sacrificio e nel tempo, che sottraggo sovente alla mia famiglia. Debbo dire peraltro che mi sento molto legato a Maria Pia a cui voglio tanto bene e a cui penso sempre ... per riposarmi: si, Maria Pia è riposante, sotto molti aspetti. Fabio ha iniziato la scuola, quest’anno. Con impegno, con serietà e con tanta buona volontà. E’ un bambino molto serio e molto maturo. Mi sorprende con le sue domande e con le sue osservazioni. Talora acutissime e profonde. Mi sorprende, soprattutto, la sua ferrea logica, che mi mette talora in imbarazzo. Promette bene. Cristina è vivacissima e ... me la vedo diventare donnina. E’ una signorinetta graziosa e bella, che gioca volentieri alla bambola. Fa di tutto, fuorché ... studiare. Sistema la casa, lava i piatti, fa le camere, va anche dai miei suoceri a Varazze, pur di non studiare! Comunque, è molto sveglia e ... non mi preoccupa. La mia attività politica va bene. Con l’ingegnere Siccardi si collabora bene: ti dà ampi poteri. Ho corso un rischio elettrizzante: di essere portato candidato alle elezioni politiche. C’è mancato un filo. Bastava che Minuto rinunciasse (come era fermamente deciso) e il gioco sarebbe stato fatto. Forse meglio così anche se debbo riconoscere che avrei corso questa avventura volentieri. Non ci sarei riuscito (occorrevano ventisettemila preferenze ed era impossibile, per me, raccoglierle tutte: Russo ne ha avuto in provincia ventitremila!), ma sarebbe stata un’avventura ubriacante! Emozionantissima! Il prossimo anno ci saranno le elezioni provinciali. Ci sarà battaglia, indubbiamente, poiché i miei amici millesimesi continuano ad osteggiarmi. Faranno di tutto per impedire la mia candidatura, ma spero che non ci riusciranno! Ho cercato di compiere modestamente il mio dovere, con onestà e sacrificio. Decida, poi, il Signore! Intanto matura il giorno in cui ci stabiliremo a Savona: Maria Pia così vuole e la volontà delle donne finisce, alla lunga, con prevalere. Ho Fabio vicino che mi tormenta con i calcoli della calcolatrice e, quindi, chiudo queste mie affrettate considerazioni. Addio anno 1968. Stasera finirò l’anno con Maria Pia da amici. Sarà una bella sera, famigliare. Ti saluto con simpatia anno 1968 e guardo con speranza a Te, anno 1969, invocando come sempre su Maria Pia, su Cristina, su Fabio, sul nascituro e su me le benedizioni del Signore. Benedici anche, o Signore, i miei genitori, conservali ancora a lungo; benedici mio fratello, i miei cognati, Enzino e tutti i miei nipoti, i miei suoceri. Ciao anno 1968. Benvenuto a te, anno 1969. Millesimo, 31 dicembre 1968
|
|
- 1969
|
1969
Sta per concludersi un nuovo anno: il 1969. Una prima considerazione mi viene spontanea, stasera. Che l’anno 1969 è passato molto in fretta, come un soffio di vento. Mi accorgo e mi rendo conto che un’osservazione simile non avevo mai fatto in passato. Forse ero legato ai miei trent’anni ed agli anni sessanta del calendario. Tra poche ore, un nuovo anno si affaccerà all’orizzonte e, con esso, una nuova decade: per l’umanità e per me. Gli anni 70 per il mondo e gli anni 40 per me. Nel mezzo del cammin di mia vita ... anzi ormai oltre il mezzo del cammin. Certo è che anche quest’anno non mi sono risparmiato e non mi sono dato riposo: mai, se si eccettuano i 15 giorni di ferie a Limone, con i miei bambini e con Maria Pia. Un anno intensissimo, dal punto di vista professionale e da quello politico. Buona l’attività in Provincia, anche se nell’ultimo mese ho assistito a sempre maggiori cedimenti verso il P.C.I., preludio a quella forma di repubblica conciliare che si va ventilando al nostro orizzonte politico. Ho il timore che giorni tristi si riservino al nostro Paese. Mi accorgo poi che incomincio ad apprezzare le gioie familiari e che mi trovo sempre più volentieri con i bambini in braccio. L’anno che si chiude mi ha portato la grande gioia della nascita di Francesco: il 17 febbraio 1969. In mattinata avevo un delicato processo a Savona, in Tribunale e alle 18,30 è nato Francesco all’ospedale San Martino di Genova. Che sofferenza, anche per me in quei momenti. Sono arrivato all’ospedale un quarto d’ora prima del parto. Con mia suocera. Francesco ormai ha superato i dieci mesi: incomincia a fare i primi passi ed a balbettare “mamma” “papà” e “nonna”. Non sta mai fermo: ha il carattere e la vivacità di Cristina. Manifesta una intelligenza viva ed una presenza attiva. Promette bene. Fabio conferma puntualmente le mie previsioni: calmo, riflessivo, intelligente, ragionatore. Riesce molto bene a scuola; è il primo della classe e si preoccupa della scuola. Prende le cose sul serio e si impegna con senso di responsabilità. Ripongo in Fabio molta fiducia e speranza. Cristina è sempre più graziosa e sveglia. Quest’anno poi a scuola riesce bene e si impegna molto. E’ segno di una maturità che non aveva ancora l’anno scorso e che ha acquisito, quasi improvvisamente e per miracolo, quest’anno, un mese dopo l’inizio della scuola. Ha sorpreso anche la sua maestra. Ma Cristina non mi ha mai preoccupato: per il suo modo di fare e di essere, per la sua dolcezza ... aspra e per la sua vivace furbizia ... piena di tanta ... ingenuità. Sembrano contraddizioni, ma in Cristina, veramente, si armonizzano. Adesso Cristina mi sta aiutando con la calcolatrice ed a mettere ordine nel mio disordine bancario. Maria Pia è ... Maria Pia. Ci vivo bene con lei. Debbo dire che la frequenza in casa mi fa familiarizzare di più - non solo con i bambini - ai quali voglio un bene dell’anima - ma anche con Maria Pia e che tale dimestichezza favorisce il nostro amore. Prosegue la costruzione della nuova casa a Savona: è un appartamento di dimensione ... enorme. Ma così ha voluto la donna e la volontà della donna è legge. Addio, anno 1969, Stasera non ho alcun programma: finiremo l’anno in casa, con i bambini (Fabio, purtroppo, è a Varazze dai nonni): sarà una serata familiare e casalinga. In compenso ci sarà Maria Pia conciata per le feste: si è fatta i bigodini ed è un amore! Ti saluto con simpatia, anno 1969. Mi hai dato molte soddisfazioni: un figlio; risultati economici formidabili; pace e serenità: Grazie. E guardo con simpatia e speranza al nascente anno 1970: l’anno dei miei quarant’anni. Invoco, come sempre, nel chiudere queste mie note brevi ed affrettate, la desiderata benedizione del Signore su Maria Pia, su Cristina, su Fabio, su Francesco e su me. Benedici anche, o Signore, i miei genitori, conservali ancora a lungo; benedici mio fratello, i miei cognati, i miei suoceri, i miei nipoti e tutti. Ciao, anno 1969. Benvenuto a te, anno 1970.
Millesimo, 31 dicembre 1969
|
|
- 1970
1970
Un altro anno è passato: l’anno settanta. Avevo previsto - l’anno scorso - che sarebbe stato per me un anno importante: iniziavo i quarant’anni! E lo è stato davvero. Quanti avvenimenti e quante decisioni. Il pensiero corre subito alle elezioni del 7 giugno 1970. Candidato alla Regione! Un traguardo ambizioso, ma difficile, tormentato e contrastato. Potevo avere avversari temibili: si sono dileguati. Forse per paura; forse per viltà; forse per non perdere posizioni. Non certo per favorire me! Gli altri candidati e cioè quelli effettivi mi preoccupavano, ma non troppo! E’ stato un trionfo, superiore ad ogni previsione. Oltre tredicimila voti di preferenza: il primo assoluto in Provincia di Savona; ma il primo - percentualmente - anche per tutta la Liguria. Ho superato lo stesso Dagnino come voti di preferenza. Le elezioni hanno costituito una positiva ed interessante esperienza: quante simpatie e quanti amici, durante una campagna elettorale, condotta all’americana e con uno stile del tutto nuovo, che ha sbalordito i miei amici ed i miei avversari! Ho avuto grosse prove di amicizia: ricordo per tutti Andrea Allegri. Calmo e formidabile nel predisporre la battaglia. Non mi sono risparmiato e sono riuscito a convincere e ad infondere fiducia. Comizi - lettere - incontri - conversazioni - colloqui. Dovrei scrivere un libro su questa esperienza. Così come dovrei lasciare delle mie memorie per l’esperienza per la redazione dello statuto della Regione. Il peso è toccato prevalentemente a me, dopo essere stato beffato e non inserito nella Giunta della Regione. Sono stato preferito all’ultimo degli eletti e - oh sorte! - proprio a quello che è stato eletto grazie ai voti che alla D.C. ho apportato a titolo personale. Sembra una beffa. Ma io sono molto fatalista e non mi adiro tanto di ciò. Anzi oggi ne sono soddisfatto: come capogruppo, infatti, sono “politicamente” importante e ... meno impegnato dell’assessore. E ciò per me è motivo di grossa soddisfazione: sono infatti seriamente preoccupato per la mia attività professionale, che non voglio assolutamente abbandonare e che vedo costretta in limiti di tempo sempre più modesti. D’altro canto la professione costituisce un motivo troppo importante, perché io lo possa sottovalutare: essa mi dà la necessaria indipendenza nella mia azione politica. E senza indipendenza economica non è possibile fare seriamente ed obiettivamente politica. Altri avvenimenti importati dell’anno che sta per concludersi sono costituiti - come sempre - dalla famiglia. I miei tre figli. Cristina è ormai una signorina! E’ andata in Collegio - alla M.G.Rossello - ai primi di ottobre. Ero impegnato fortemente alla preparazione dello Statuto, eppure ho sentito il distacco, come l’ha sentito Pia. Non l’ha avvertito lei, che si accinge a stare in collegio tutto l’anno scolastico, anche se inizialmente era partita con la intenzione di rimanerci solo tre mesi. (A dicembre avremmo dovuto andare ad abitare nel nuovo appartamento a Savona, ma i lavori non sono ancora conclusi). E vi ci sta volentieri. Riesce benino a scuola: avevo motivi validi per temere a causa della sua insufficiente preparazione elementare. Ma Cristina se la sa cavare e lei, così aperta ed estroversa, diventa la “timida” della classe ... pur di emergere! Fabio è il ragionatore, calmo e riflessivo. Ha preso i pregi dei nonni Lorenzo ed Anselmo. Certe sue domande lasciano sbigottiti e piacevolmente sorpresi (perché i re magi -di religione babilonese- si recano e rendere omaggio a Gesù Bambino di altra religione ?). I ragazzi di oggi sono sensibili ed aperti a tutti i problemi. E Fabio è uno di questi, pur mantenendo una bontà d’animo notevole ed una serietà non comune (e’ persino troppo serio per la sua età). Francesco è il “comandante” (così l’ha definito in un tema Fabio). E’ un prepotente, vivace, intelligente. Parla volentieri; gioca; non tiene i musi; ha un carattere gioviale ed è un simpaticone. Saluta tutti in casa e fuori, simpaticamente. Con Maria Pia l’accordo è perfetto. Siamo diversi: anzi opposti. Eppure andiamo d’accordo e filiamo, come fidanzatini. Dopo dodici anni di matrimonio, io mi sento ancora in luna di miele. Il cristianesimo - se non dovesse servire ad altro - riesce a dare equilibrio ed armonia all’uomo. Io devo tale armonia e tale equilibrio all’insegnamento cristiano. A Savona è in corso di ultimazione il nostro appartamento: è troppo bello per i miei gusti modesti e troppo grande per le mie semplici abitudini. Ma Maria Pia così volle ... Per quanto riguarda i risultati della mia attività professionale, essi si commentano da soli. Nonostante le elezioni e gli impegni successivi, la diminuzione delle entrate è stata modesta ed i risultati conseguiti molto positivi. Una nota triste: è mancato il 4 settembre un Amico. Giovanni Battista Allegri, padre di Andrea. Mi ha voluto bene come si può voler bene ad un figlio ed io ho pianto la sua morte, come la può piangere un figlio. Invoco dal Signore la protezione sulla mia attività politica e su quella professionale. Speriamo bene. Addio, anno 1970. Stasera finiremo l’anno con i miei cognati: Carla e Beppe, che mi sono stati affettuosamente vicini, sempre e durante le elezioni. Andremo dalla Battistina a Murialdo e a mezzanotte verremo a casa. Saranno con noi Cristina, Fabio e Francesco. E’ bello passare l’ultimo dell’anno con i figli. Ciao, anno 1970. Ti saluto con tanta simpatia: mi hai dato molte soddisfazioni. Grazie. E guardo con simpatia al nuovo anno 1971. E con speranza. Invoco - come sempre - la benedizione del Signore su Maria Pia, su Cristina, su Fabio, su Francesco e su me. Benedici anche o Signore i miei genitori, conservali a lungo; benedici mio fratello, i miei suoceri, i miei cognati, i miei nipoti. Benedici tutti, anche i miei nemici. Ciao, anno 1970. Benvenuto a Te, anno 1971.
Millesimo, 31 dicembre 1970
|
|
- 1971
1971
Il 26 settembre 1971 mi è nato il quarto figlio: una bambina di nome Chiara. Francesco e Chiara: dovrei aver completato il quadro dei miei figli, con l’ultima coppia dei Santi di Assisi. Un avvenimento inatteso, al quale né Pia né io eravamo preparati e che ha dominato l’intero anno 1971. Allorché l’anno scorso mi accingevo a scrivere queste note, Maria Pia era già stata colpita ... dal mio amore! Quattro figli: una famiglia numerosa, specie se la si raffronta alle moderne abitudini e costumanze. Che sono poi scostumanze. Nella limitazione delle nascite c’è tutto l’egoismo dell’uomo, la sua paura dell’avvenire, il “costo economico” dei figli. E l’uomo perde il grande valore e non sente la magica e meravigliosa gioia di avere tanti figli: ognuno di essi, così diverso dall’altro; così nuovo; così imprevedibile. Eppure ognuno dei tuoi figli ha un qualcosa di te, una parte di te che lo rende inconfondibile e che lo fa essere così tuo. Ora è il sorriso, magari con la bocca storta; ora un atteggiamento delle mani; ora un discorso o una espressione del viso o degli occhi. I tuoi figli Pia, i miei! Cristina, meravigliosamente donnina. Quando mi accompagna, mi fa sentire ... un poco più vecchio e tradisce che, sotto il mio aspetto giovanile, si nascondono già tanti anni! Ha uno spiccato senso pratico; una sensibilità particolare; un desiderio di lavorare ed un modo di fare che incanta. Il suo sorriso è incantevole ed il suo modo di fare gentile e semplice ricorda (mi si perdoni l’immodestia) il mio modo di fare. Fabio ha subìto uno choc ad agosto, allorché siamo venuti nella nuova casa a Savona. Aveva la cerchia delle sue amicizie a Millesimo e a Millesimo frequentava la terza elementare (anzi aveva frequentato la terza) con successo e distinzione. La nuova scuola: il maestro diverso e tanti volti sconosciuti degli scolari lo hanno emozionato. Ma ha dato una prova delle sue capacità, superando il non facile momento ed arrivando al traguardo del primo trimestre in prima posizione. Scrive bene, anche se ha l’audacia di dire che preferisce l’aritmetica. I temi suoi scorrono logici: una logica ferrea (già da piccolo, peraltro, metteva in imbarazzo me e sua madre con osservazioni critiche e prendendoci in castagna!). Francesco è un prepotente. Manifesta una vivacità notevole ed una intelligenza pronta. Protesta ed ottiene; picchia tutti, anche la nonna Teresa e mi ha annerito un occhio e poi ride simpaticamente. In tutti i negozi è conosciuto e visto simpaticamente. Promette bene. Per la nascita di Chiara ha avuto probabilmente uno choc; ma l’ha superato come sa superare lui le prime difficoltà della vita: con una scrollatina di spalle. Chiara ha soli tre mesi di vita ed è già entrata nella pienezza totale in famiglia. In questi giorni ha un poco di febbre: ma tutti siamo preoccupati e stasera, per il primo anno, non usciamo a festeggiare S. Silvestro. Ce ne staremo in casa. Per Chiara e per colpa sua o per colpa della vecchiaia? Ai posteri la non ardua sentenza! Maria Pia è cara e affettuosa. Sa curare bene i figli: la sua vita. Tredici anni di matrimonio non hanno scalfito il nostro amore e la nostra comunione di vita, materiale e spirituale. L’anno 1971 ha rappresentato il trasferimento di abitazione da Millesimo a Savona. Il 30 agosto 1971. Temevo di averne uno choc ... non volevo infatti parlare della mia casa nuova: essa significava un tentativo di rottura con il passato mio di millesimese, di tradizioni, di affetti, di abitudini. Debbo dire, ora, che ... sono soddisfatto della mia nuova casa, molto comoda, troppo bella per i miei gusti semplici e per le mie abitudini modeste, ma certamente confortevole. Maria Pia mi ha creato un nido stupendo. La mia attività professionale è proseguita bene e con profitto: i risultati conseguiti sono ottimi e mi hanno consentito di affrontare - senza troppi scossoni - le grosse spese per l’appartamento e l’arredamento. Certo: non mi risparmio ed esagero in un lavoro che non conosce soste e riposi. Sono due anni che non mi prendo neppure le ferie. Ma le soddisfazioni non mancano e la mia volontà di ferro resiste alle fatiche ed ai pesi di una attività intensissima. La mia attività politica mi porta sovente a Genova, dove devo affrontare battaglie impegnate e difficili. Certo, dovrei avere più tempo a disposizione per dedicarmi con maggiore impegno alla politica. Ma il tempo è quello che è e non voglio perdere la mia indipendenza economica e politica. Mi attende - sotto questo profilo - un 1972 certamente non facile. Addio anno 1971. Mi accorgo di collezionare una ormai lunga serie di anni: che si sciolgono - uno dietro l’altro - come neve al sole e con la stessa velocità del pensiero. Quanti ricordi e quante esperienze. Ma l’uomo guarda ancora avanti; ad altri anni; ad altri traguardi; ad altre ambizioni; ad altri risultati. Questo è l’uomo, sempre desideroso di cose nuove e mai pago e mai soddisfatto. Stasera finirò l’anno 1971 in casa: è la prima volta che ciò accade nella nostra esperienza familiare coniugale. L’anno scorso è stata una fine d’anno in tono minore: questo anno vi è la obiettiva difficoltà di Chiara, leggermente indisposta. Ma si insinua nella mia mente il sospetto che sia frutto anche di una incipiente maturità (per non chiamarla vecchiaia). Cristina faceva poco fa suonare una canzone di moda: “Pensiero”; ho tentato di ballarla e ... mi sono sentito improvvisamente vecchio e impacciato nei movimenti. Devo riprendere l’allenamento! Non sia mai detto ... . E concludo con l’invocazione dell’aiuto di Dio. Con l’aiuto di Dio ... ha concluso Leone, nuovo Presidente della Repubblica, dopo una positiva e importante battaglia politica. Con l’aiuto di Dio affronterò le impegnative giornate professionali, politiche e familiari ed educative per i figli, che mi attendono. Invoco, o Dio, la Tua benedizione sulla mia casa, su Maria Pia, su Cristina, su Fabio, su Francesco, su Chiara e su me. Benedici, o Signore, i miei genitori; conservali ancora a lungo (ho passato con loro un bellissimo Natale qui a Savona); proteggi mio fratello, i miei suoceri, i miei cognati, i miei nipoti. Proteggi tutti o Signore, anche i miei nemici. Ciao, anno 1971. Addio. Benvenuto a te, anno 1972!
Savona, 31 dicembre 1971
|
|
- 1973
1973
Mi accorgo che alla fine del 1972 non ho tratto le mie solite riflessioni di fine d’anno. Ricordo il motivo: eravamo partiti per il Sestrière, il giorno di Santo Stefano. Avevamo trascorso una lieta vacanza in mezzo alla neve. Quest’anno, un po’ per pigrizia, un po’ per l’austerità, un po’ per le spese sostenute nella crociera e ... un po’ per non lasciare di nuovo Chiara sola (quando tornammo dal Sestrière e dalla crociera, la Chiara dimostrava nel volto i segni di una certa sofferenza per la nostra lontananza: era più pallida e triste) abbiamo rinunciato al progetto delle vacanze natalizie. Ed anche questa sera trascorreremo la fine d’anno in casa, con i nostri figli. Tutto sommato è la cosa più bella, anche se mi fa sentire un tantino vecchio. L’anno 1973 è stato un anno positivo, dal punto di vista professionale, politico e degli affetti. I risultati conseguiti nella professione sono buoni: certo è che aumentano considerevolmente le spese, oramai ricorrenti e fisse e in continua espansione. Sotto tale profilo, assomiglio ad un bilancio di un ente pubblico! D’altro canto, le prospettive mi si presentano buone e positive e non viene certo meno il mio sostanziale ottimismo. Dal punto di vista politico, le cose vanno bene. C’è stata una grossa rivoluzione, nell’anno 1973. Sofferta, meditata decisione. Dalla linea di fedeltà a Lucifredi, tutto il gruppo di miei amici di Savona e parte del gruppo di amici di Imperia è confluito con gli amici di Taviani e di Iniziativa Popolare (Rumor - Piccoli). Vi è stata una grossa e rabbiosa reazione di Lucifredi e compagni ed un mio poderoso discorso al congresso regionale di Genova. Oggi abbiamo il partito in mano, in Provincia, e la collaborazione con gli amici del gruppo Tavianeo - sia pure gradualmente - si sta facendo più intensa e aperta. Ci vorrà ancora del tempo, anche per superare contrasti personali e locali: del resto, io voglio essere estremamente prudente e non precipitare le cose. Nel 1975 vi sarà la battaglia per il rinnovo del consiglio regionale e già si manifestano le prime avvisaglie. In Regione sono soddisfatto dei risultati. La mia opera è sufficientemente valutata e - mi pare - sono stimato dagli amici del gruppo e dagli avversari. I miei interventi in Consiglio e nelle Commissioni e a livello di Giunta non si contano più. Avevo iniziato tre anni fa, con tante emozioni e paure. La nuova esperienza mi incuteva rispetto e timore. Ora ho superato ogni incertezza e l’esperienza regionale mi è stata di grande utilità. Sono andato avanti per gradi: da consigliere comunale di minoranza (in una esperienza entusiasmante e indimenticabile con l’avv. Cigliuti) a Sindaco di Millesimo, a consigliere - assessore provinciale ed ora capogruppo alla regione. I miei rapporti con Dagnino sono buoni ed improntati a vera amicizia, aperta e cordiale. I miei affetti. Ad essi dedico un capitolo a sé! I miei figli sono meravigliosi. Cari, belli, simpatici, vivi. Cristina è andata alle Magistrali: il primo anno. E’ stata una scelta difficile. Avrei voluto che facesse il liceo classico: poi è prevalso un atteggiamento di moderazione, che è stato da me condiviso. Si prenda il diploma di maestra: proseguirà poi negli studi universitari, come mi auguro. Vorrei che venisse nel mio studio, laureandosi in legge. Ora ... precorro i tempi! Fabio sta crescendo in saggezza ed in intelligenza. E’ sensibile, dispettoso con i fratelli, intelligente. Certi suoi temi mi sorprendono: dimostrano una maturità fuori del comune. Veramente eccezionali. Ha costruito un aereo ed una nave, la Wasa, dimostrando anche notevoli capacità tecniche. Il che, tutto sommato, mi dispiace, perché vorrei che diventasse un bravo avvocato. Francesco è un bambino estroverso e pieno di una vitalità notevole. Francesco è stato il più difficile dei miei figli: quello che ha richiesto maggiore impegno da parte di Maria Pia. Chiara è formidabilmente cara e buona: ora, in questo istante, si stanno telefonando reciprocamente e - come sempre - si bisticciano piacevolmente fra di loro. Si fanno buona compagnia. Con Maria Pia, le cose vanno bene. Quindici anni di matrimonio, freschi. L’amore per lei è sempre puro, vivo e nuovo. E’ veramente la mia moglie e la mia amante. Ho già detto degli avvenimenti di rilievo che hanno caratterizzato il morente 1973, in campo politico, professionale e degli affetti. Ma c’è una nota triste che devo ricordare: la morte di mia zia. Ciao, cara Giuseppina. Suora eccezionale e dotata, esempio di bontà e di dedizione al dovere. Umile e buona, ti sei sempre sacrificata per gli altri. Senso del servizio, nella tua grande nobiltà d’animo. Senso dell’umiltà, nel tuo superbo incedere. Senso della bontà, nella tua aristocratica presenza. Sei passata nella vita di quaggiù come un angelo e ... sei volata via. Una rondine è venuta a portare in cielo la tua bella anima, durante i riti funebri, nel coro delle voci bianche delle tue sorelle, nel silenzio del tuo monastero, nella pace del quieto chiostro. Tu sei sicuramente in cielo: veglia per noi. Per Maria Pia, per Cristina, per Fabio, per Francesco, per Chiara. Siici sempre vicino. Io sento talvolta la tua presenza, nel mio lavoro, nel mio quotidiano, defatigante impegno, nei momenti di gioia e di sconforto. Ciao Giuseppina; Ciao Suor Maria Teresa; riposa in pace al cimitero di Mondovì, nella cappella del tuo monastero. L’anno sta morendo: addio caro 1973. Mi ha portato gioie e soddisfazioni: basti pensare alla magnifica crociera di agosto. Vacanza indimenticabile. E qualche dolore. Ma mi ha dato la gioia di passare il Natale con i miei genitori ed i miei suoceri. Benvenuto a Te, nascente 1974! Nasci sotto auspici non buoni. Freddo - disoccupazione - razionamento di benzina - divieti di circolazione. Ma sii il benvenuto e trasforma i non buoni auspici in tanti risultati positivi per noi, per la Regione, per il Paese, per l’umanità. Affido a Te, o Signore, la mia famiglia: Pia, Cristina, Fabio, Francesco, Chiara e me. Sotto la tua protezione, o Signore. Proteggici ed accompagnaci per tutto l’anno.
Savona, 31 dicembre 1973
|
|
- 1974
1974
I conti che ho tirato giù con lena, come è mia abitudine, mi hanno stancato e sto, ora, raccogliendo le osservazioni a conclusione di un altro anno di vita vissuta. Gli anni passano e la vecchiaia ... E’ stato un anno triste, il 1974. Ne avevo avvertito i sintomi non favorevoli alla conclusione dell’anno 1973. La crisi energetica, i divieti di circolazione, la critica situazione economica: un Paese in declino e “rassegnato” al declino. Ma un anno tristissimo per le vicende familiari: è morto mio cognato Guido, zio Guido, “el me Guiden”, come lo chiamava mia suocera. Guido era un poco tutti noi: rappresentava il simbolo di quello che - segnatamente o no - ognuno di noi - che lo conosceva - voleva essere. Intelligente e buono - maturo e bambino - bello e affabile - colto e amabile conversatore - distinto e alla buona con i semplici - orgoglioso e tenace - debole e forte. E’ stato stroncato da un male che lui conosceva di avere e che aveva tenuto segreto ai suoi cari. Ma perché? Uno di quei perché che - nella vita - restano senza risposta. Non voleva addolorarci, forse; ma soprattutto ci teneva al suo posto: primario del Galliera e, forse, temeva che il suo posto di alta responsabilità potesse venire pregiudicato dalla conoscenza del suo male. Un aneurisma. E’ stato stroncato in due ore: la vita di un uomo distrutta; una famiglia in lutto ed in difficoltà e noi, qui, a piangere la sua improvvisa scomparsa. Ho avuto il triste privilegio di conoscere per primo la notizia: la sera, tardi, in studio, ancora una telefonata raccolta quasi allo stremo delle mie forze. Pronto? “Sono il dr. Bianchi: è morto Guido!” Così, di brutto. Così, seccamente, come una fucilata al cuore. No! Non poteva essere. Guido in albergo, a Albisola. Ma quale Guido? ! Ma se l’avevo visto tre giorni prima, al Galliera. Ma se con lui avevo scambiato una piacevole conversazione (l’ultima); ma se insieme avevamo fatto progetti; ma se doveva venire domani a prendere Cristina per portarla a Garlenda ... No! non può essere. Guido si era accorto di essere stato un poco scortese con Cristina il giorno del merendino. Voleva riparare. Sarebbe venuto a prendere la mia Cristina e l’avrebbe portata a Garlenda. No. Non è lui che è morto. Una corsa all’ospedale, al lurido San Paolo: sul lettino del pronto soccorso giaceva per sempre, senza più una parola, un addio. Niente. No; ma non poteva essere lui, in quel posto, sporco e senza speranza. Lui, che era un signore; lui che aveva le rose nel suo studio; Lui, che amava i posti belli: in quell’obitorio sporco con i gatti che circolano e l’infermiere che ti dice di fare attenzione e di chiudere bene la porta per evitare che i gatti rechino l’ultimo oltraggio a Guido. No. Era lui che rivedevo nel suo bianco camice pulito, con il volto abbronzatissimo per un breve soggiorno a Garlenda, alto e bello. “Come stai bene, Guido !” Non l’avevo mai visto così in forma. Mi rispose con un sorriso - ghigno. Pensai di avere detto una cosa inopportuna di fronte all’amico Prandi che stava morendo. Ma il ghigno era rivolto a se stesso: Guido sapeva e fingeva! Ha dimostrato una forza d’animo di cui non lo credevo capace. Ciao, caro Guido; eri un mio punto di riferimento, valido: per tanti miei problemi. Ne sento ora la mancanza ed il vuoto, veramente incolmabile! * - * - * A luglio, poi, i ladri in casa. Mi hanno portato via tutti gli oggetti d’argento e d’oro: mi è dispiaciuto, soprattutto, il furto della fede di brillanti che avevo regalato a Maria Pia in occasione dell’anniversario del nostro matrimonio; della collana d’oro che avevo regalato a Pia durante il nostro fidanzamento (l’avevo ricercata a lungo a Napoli e a Caserta durante il mio servizio militare); dell’orologio d’oro che mia madre - la mia buona mamma - mi aveva donato allorché mi sono laureato; le posate d’argento. Il danno materiale mi è stato - in parte - risarcito dall’assicurazione; il danno morale rimane. I ladri, peraltro, mi hanno ritrovato i passaporti di cui avevo già denunciato lo smarrimento alla Questura, frugando nei cassetti e hanno posto in evidenza nello scrittoio dello studio la polizza di assicurazione. Ma lasciamo al loro destino le cose tristi. I risultati dell’anno sono nettamente positivi. Un reddito professionale che si è ormai stabilizzato e che mi dà sicurezza (anche se le spese si sono accresciute progressivamente o, meglio, esponenzialmente) (da tenere conto che non segno le spese di casa che si aggirano certamente su centinaia di migliaia di lire); un’attività politica impegnata e soddisfacente; un impegno portato sino al limite del sacrificio e dello spasimo. Non lesino i sacrifici; non rifiuto gli oneri; cerco di comportarmi con dignità ed onestà in tutte le situazioni della mia vita. Attorno a me, avverto però sempre più la crescita della corruzione e del malcostume. C’è ancora spazio per gli onesti nella vita politica? E’ una domanda che mi pongo sovente, in questi giorni, ed a cui non do sempre risposta univoca. Qualche volta mi viene la tentazione di ritirarmi dalla vita politica attiva: vale la pena di rimanere? Se acquisissi la maturità sufficiente e la forza necessaria, mi potrei dedicare alla mia attività professionale ed alla mia famiglia, a cui dedico troppo poco. Oggi Francesco è stato piacevolmente sorpreso a trovarmi in casa: un fatto eccezionale e raro. E mi ha fatto festa. Quanto ho dato ai miei figli? E’ vero che sento una vocazione ad occuparmi dei problemi e degli interessi degli altri, per un desiderio innato di fare del bene, di essere utile, di concorrere al miglioramento delle condizioni di vita, di attenuare le differenze esistenti. Talvolta il mio sforzo mi sembra inutile e mi sembra di essere un nano contro un gigante. Poi mi sento attorniato da tanti buoni amici, che hanno riposto fiducia in me; da tante persone che attendono da me e che a me chiedono e ... allora riprendo a lottare! Che Iddio mi illumini. Buona l’attività in Regione. Ho creato una coesione di gruppo, per cui - senza falsa modestia - posso dire che la azione più proficua della Regione si fonda sul gruppo della D.C., che ne è il sostenitore, il propugnatore, il valido interlocutore delle agguerrite opposizioni. L’anno 1975 ci porterà le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale: speriamo bene. In famiglia, le cose vanno bene. Cristina, quasi 16 anni, è giovane, sensibile, graziosa, intelligente ed estroversa. Tutto sommato è abbastanza docile e, al tempo stesso, con carattere molto indipendente. A scuola va bene, anche se potrebbe fare meglio. Fabio è ... l’uomo della famiglia. Serio, intelligente, faceto, un poco introverso. Sa scrivere in una maniera superiore. Ha uno stile giornalistico, attento osservatore ed acuto analista di situazioni, di stati d’animo e di ambienti. Promette bene. Talora, forse, un poco pedante, con la sua mania di educare i suoi fratelli minori: una maniera che non rifugge dalle maniere forti. Francesco è il cocco di mia suocera: è molto bello, buono e, talvolta, singolarmente “Tarzan” nei suoi movimenti e nei suoi gesti. Un Tarzan scatenato e ... violento. Per fortuna che tutto ciò gli dura per non più di mezz’ora. Ma sembra indiavolato. E’ molto intelligente. Quest’anno ha incominciato a frequentare la scuola privata alla M.G. Rossello: alla fine d’anno scolastico dovrebbe sostenere l’esame per il passaggio alla seconda elementare: guadagnerebbe così un anno. Chiara è simpatica, chiacchierina e molto ... “Mariapia”. Un poco scontrosa, prepotente (assomiglia ai padrini: zio Beppe e zia Carla), si compiace di collane, di anelli e di bambole. Senso femminile e materno! Chiara è essa stessa una bambola carina. Infine Maria Pia: ha avuto grandi meriti nella mia vita e nelle scelte importanti. Mi è stata e mi è vicina: ci vogliamo bene. E’ per me tutto: moglie, amante, compagna, consigliera... Quasi sedici anni di matrimonio vissuti bene, senza grandi scossoni: in serenità ed armonia. Sta per finire l’anno. Nessun programma per il cenone di San Silvestro: ce ne staremo in casa, come vecchietti. Ma domani ci attende una breve, ma intensa vacanza. Ce ne andremo con Pia a Bordighera ed in Francia: ho bisogno di riposarmi e di stare qualche giorno tranquillo, lontano dalla solita routine di vita, sia per i sacrifici fatti e gli sforzi compiuti, sia per tonificarmi per le prove future. Do l’addio al 1974: un anno difficile e triste. Do il benvenuto al 1975 con il cuore pieno di speranze. Che l’Italia ed il mondo sappiano superare lo stato di crisi morale in cui versano; che la certezza si sostituisca alla confusione ideale in tutti i campi e in tutti i rapporti. Invoco da Te, o Signore, la benedizione sulla mia famiglia per il nascente anno: su Maria Pia, su Cristina, su Fabio, su Francesco, su Chiara e su di me. Proteggici o Signore e guidaci per le vie del bene. Assisti i miei genitori, i miei suoceri, mio fratello, i miei cognati, i parenti e tutti, amici e nemici. Che tutti possiamo diventare migliori. Buon anno!
Savona, 31 dicembre 1974
|
|
- 1975
1975
Un altro anno sta per concludersi. Un altro anno di vita intensamente vissuta, in un turbine sempre maggiore di impegni, di oneri, di responsabilità e di incomprensioni. Quo vadis? Gli anni incominciano a farsi sentire: ho superato ormai i quarantacinque anni e certe riflessioni incominciano a pesare, in modo sempre più pressante e vivo. Vorrei fare qualcosa di più incisivo e di più valido. La mia azione politica non sempre mi soddisfa compiutamente. Vorrei trasformare un mondo che si agita e protesta, ma per rimanere sempre uguale. Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima: una realtà gattopardesca. Vorrei liberarmi da una sorta di eccessiva tranquillità e da un eccessivo benessere. Le grandi azioni nascono - non nell’agio - ma nel sacrificio e nella totale dedizione di sé agli altri. Non vorrei che mi venisse meno tale ideale: non avrebbe più senso il mio impegno politico. Questo è stato l’anno delle elezioni regionali: quindici giugno. Il quindici giugno è destinato ad incidere nella nostra storia politica. Io ho affrontato le elezioni con una certa serenità: non avevo dubbi sul risultato. E nonostante il regresso della D.C. ho mantenuto bene le mie posizioni: aumentando le preferenze eccezionali ottenute nel giugno 1970. In Regione, ora, mi trovo ormai con minori impegni: ho passato le funzioni di capogruppo a Cuocolo e vado avanti abbastanza bene, ma senza infamia e senza lodi. Si sta facendo in me, sempre viva, l’idea di presentarmi candidato al Parlamento. E’ una idea esaltante ed eccitante per me; che mi dà il sangue alla testa (nonostante i 45 anni!). Certamente la battaglia sarà difficile e l’esito incerto, ma credo che sbaglierei a non affrontarla con impegno e con entusiasmo, qualunque sia il risultato. Quest’estate ho passato una vacanza in barca: ho vissuto brevi giorni, molto belli, con Anna e Riccardo. Per me è stata una vacanza indimenticabile: una esperienza interessante. Contatto con la natura, con il mare, con le acque limpide e smeralde della costa corsa e sarda. Una sabbia fine; paesaggi ancora inesplorati e vivi nella loro rozzezza e naturalità. Mi preme sottolineare i buoni rapporti con mia moglie e con i miei figli. Sovente ho il rimpianto e l’amarezza di dedicarmi troppo poco alla famiglia, alla quale potrei dare molto. I figli mi crescono sotto le cure e le apprensioni di Maria Pia. Mi ha fatto un certo effetto vedere Cristina con la gonna lunga, questa sera. Va a festeggiare la fine dell’anno dalla sua amica Rossana. Fabio sta crescendo in saggezza e prudenza. E’ un fenomeno per equilibrio e capacità. Scrive molto bene, con sintesi ed efficacia. Francesco è iscritto alla seconda elementare: è avanti di un anno, ma fatica un poco. Natura non facit saltum. Chiara è una coccolona: capricciosa a prepotente! Oggi mi aiuta a fare i conti, ma mi sta dicendo di aver rotta la macchina calcolatrice. Questa sera concluderemo l’anno nella magnifica villa di Anna e Riccardo ad Arenzano. Ci saranno altri amici: mi auguro di passare una serata piacevole. Mi accorgo che stasera la mia vena di scrittore si sta esaurendo rapidamente e che già penso ad altre incombenze. Un ricco bagno; una pulizia personale e poi il saluto all’anno nuovo. Ciao, anno 1975: sei stato un anno complessivamente buono per la mia famiglia, per i miei affari, per la mia vita politica e professionale e per me. Ti ricordo, come il secondo Anno Santo della mia vita. Il primo a vent’anni. E il terzo? Invoco nell’anno nuovo la protezione del Signore. Su Maria Pia, su Cristina, su Fabio, su Francesco, su Chiara e su di me: che sia l’anno 1976 un anno migliore. Proteggi Iddio i miei genitori, ancora; i miei suoceri, i miei nipoti, mio fratello, i miei cognati e tutti, anche i miei avversari. Ciao, anno 1975. Benvenuto a Te, anno 1976.
Savona, 31 dicembre 1975
|
|
- 1976
1976
Sono qui, con Francesco e con Chiara, a svolgere alcune considerazioni di fine d’anno. Un altro anno sta passando: un anno bisestile con le sue luci e con le sue ombre. Incominciamo dalle ombre. Alla fine di gennaio è morto improvvisamente mio padre, nonno Lorenzo. Aveva una età veneranda: 88 anni, ma era un uomo che teneva ancora tanto posto nella nostra vita. E’ stato un uomo eccezionale, nella sua bontà, nella sua semplicità e nel suo modo di fare. Era un uomo eccezionale, dotato di grandi capacità e di doti ineguagliabili. Una morte come lui desiderava. Senza dare fastidio a nessuno. Ci ha salutati domenica ventitré gennaio con affetto maggiore del solito: quanti abbracci e baci. Non si staccava più da me e dai miei figli. Presagiva forse che sarebbe stato l’ultimo saluto? Le elezioni nella democrazia cristiana sono state la felice occasione perché i miei figli ed io stesso potessimo vedere per qualche ora mio padre. Un lavoratore semplice, onesto, integerrimo. Laborioso sino all’eccesso; sensibile ed aperto ai problemi del mondo, emigrò giovanissimo in America per guadagnare di più e provvedere così anche ai due fratelli, Carlo e Valentino, che studiavano da preti in seminario. Allora il seminario costava caro e vi potevano accedere solo coloro che potevano pagare una retta. Come sono cambiati i tempi: oggi al seminario ci vanno pochi, per non dire pochissimi, anche se non vi è più nulla da pagare. Mancanza di vocazioni o scomparsa della luce per l’uomo? L’una e l’altra cosa, insieme. Lavorò sodamente e duramente per undici anni nell’America del Nord, in mezzo a molte difficoltà ed incomprensioni. Ma fu tenace ed intelligente e vinse ogni ostacolo. Si fece una posizione e venne in Italia. Si riprometteva di tornare in America, dove aveva lasciato buoni amici e dove aveva un lavoro sicuro ed un guadagno certo. Veniva in Italia per sposarsi. Moglie e buoi dei paesi tuoi ... Incontrò Rosetta e nacque un bel romanzo di amore. Come tutti i romanzi d’amore, anche l’incontro tra Renzo e Rosetta fu molto contrastato. I fratelli di Renzo ed il padre erano contrari al matrimonio con Rosetta. Dicevano che Rosetta era ammalata (aveva infatti superato la “spagnuola” andando in fin di vita); che era una sprecona e che sposava mio padre, perché era ricco. Furono pessimi profeti. Renzo e Rosetta si sposarono e vissero felici per una lunghissima vita. Rosetta fu una moglie ed una madre eccezionale: attenta, economa, intelligente, fedele, buona e comprensiva. Renzo fu il suo sposo, che non conobbe altra donna né prima né dopo il matrimonio. E ciò non è prova di modestia di vedute: anzi. Mio padre fu un grande uomo: aperto a tutti i problemi anche in età avanzata. Ricordo la domenica prima che ci lasciammo per sempre. Avevo il congresso a Millesimo nella sezione della D.C.. E sono andato con tutta la famiglia. Visse un pomeriggio con Pia, con Cristina, Fabio, Francesco e Chiara. Un pomeriggio sereno. Parlò, discusse, fu - come sempre - molto gentile ed affettuoso con tutti. Ma una nube offuscava quel giorno il nostro incontro: un presagio nei suoi occhi ed un desiderio di baciarci, di abbracciarci, di non lasciarci andare via. Aveva sentito che era il nostro ultimo incontro!
* - * - *
A marzo, alla fine di marzo, un altro lutto in famiglia. Mi trovavo a Roma al congresso del partito. Venni convocato d’urgenza a casa. Una telefonata con Beppe. “Anselmo ha vissuto una brutta notte. Può mancare da un momento all’altro”. Una corsa all’aeroporto e dopo tre ore ero a Savona, al capezzale di mio suocero. Stava male. Poi si riprese, ma fu una breve ripresa di pochi giorni. Lo portammo a Genova, alla Clinica Bertani, ma non vi fu nulla da fare. Si stava lentamente spegnendo e la morte sopraggiunse al ventinove marzo. Dopo due mesi dalla morte di mio padre. Mio suocero è venuto su dal nulla, anche lui. Aveva una intelligenza superiore al normale e un modo di fare signorile ed autorevole. Abile negli affari ed ancor più nei rapporti umani. Ogni contratto era accompagnato da battute scherzose, che subentravano sempre allorché era necessario risolvere un nodo o superare una difficoltà. Una battuta spiritosa, il ricordo di una scena ridicola, uno scherzo intelligente e ... il contratto si concludeva in una atmosfera serena e, naturalmente, con vantaggio per Anselmo. Ha avuto fiuto negli affari. Solo in questi ultimi anni voleva sempre vendere. Ha avuto la fortuna di incontrare Teresa, una donna eccezionale in tutto, anche nella tirchieria. Quando Anselmo aveva dei momenti di defaillance subentrava Teresa e ... il gioco era fatto. Una coppia non comune, anche se la loro unione ha attraversato dei momenti difficili. Ci sarebbe da scrivere molto, ma su questi argomenti un giorno ci ritornerò. A dicembre, la morte di Laura, la cognata di Guido. Una donna bella e giovane, stroncata nel fiore dell’età, in un modo fulminante, da un male incurabile. Domenica ventisei si sono svolti i funerali ad Acqui: un lutto cittadino. Al cimitero ha parlato l’avv. Piola. Avevano mormorato di una relazione tra lui e Laura. Il suo intervento ha smentito clamorosamente queste maldicenze.
* - * - *
Ed ora le luci di quest’anno. Ero in vacanza a Montecarlo, allorché subentrò l’articolo di De Martino. Fu la miccia che sollevò una grossa esplosione. Intuii subito che ci avviavamo alle elezioni, anticipate. E fui profeta. Venti giugno: elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. Giornate drammatiche per le scelte, nel mese di aprile e maggio. Dovevo dare le dimissioni da consigliere regionale e la situazione politica si presentava estremamente incerta e densa di incognite. Mi decisi, anche per un colloquio che ebbi con il Presidente Gatti. Da molti anni cullavo l’ambizione di andare a Montecitorio ... Presentai le dimissioni da consigliere regionale il sette maggio. Era l’ultimo giorno utile. Stabilimmo peraltro che le dimissioni sarebbero state prese in esame solo dopo la presentazione delle liste per il Parlamento. Ghio, in tal modo, rientrò in Consiglio, ritirando le dimissioni e commise un grave errore. Io non sarei tornato indietro. Una volta rassegnate le dimissioni, sarebbe stato inconcepibile ritirarle e ritornare in consiglio. Non ci sarei tornato più. Era il sette maggio ed il diciannove capitai per caso alla sede del consiglio regionale: trovai tutto meschino ... l’aria era per me irrespirabile. Dovevo cambiare ambiente. Dal sette al diciannove maggio un lunghissimo calvario: apprensioni, ansie, sgambetti, attacchi; decisioni a ripetizione della direzione centrale del partito che si era riservato il collegio senatoriale di Savona, probabilmente per far trombare il candidato. Venne designato dapprima Bachelet; poi Bersani e poi l’ammiraglio Cicolo. Riuscii, con un’azione abile e con una tenacia sorprendente e di cui non mi facevo capace in quella misura, a superare le inumani difficoltà e gli infiniti ostacoli frapposti da più parti. Venni designato candidato al Senato e il ventuno giugno fui eletto Senatore della Repubblica. Mi sembra ancora un bel sogno. Questo paesano di Millesimo è arrivato anche a Roma e, senza avere nessuno alle spalle, riesce ad essere qualcuno anche nella città eterna. A Roma ho trovato un ambiente buono e sostanzialmente favorevole. Ho fatto interventi al gruppo senatoriale e in aula, trattando il tema della libertà di informazione. E’ andata bene e sono soddisfatto di questo avvio di attività. I giornali hanno scritto che sono ormai il leader incontrastato nella D.C. savonese. Non sta a me giudicare, ma posso ritenermi soddisfatto di aver raggiunto una meta ambita da sempre.
* - * - *
Stasera (devo concludere perché mia moglie vuole andare ed è già tardi) andremo a Montezemolo da Delia e Lino. Festeggeremo la fine dell’anno: un anno intenso, sotto il profilo professionale e politico. Un anno emozionante sotto il profilo umano, per le gioie, le ansie e i dolori. Un anno interessante, affascinante e luttuoso. Un anno carico di luci intense e di ombre. Un altro anno sta passando in fretta. Ti saluto anno 1976. E do il benvenuto a Te nascente anno 1977. Invoco da Dio la benedizione sui miei cari: su Pia, su Cristina, su Fabio, su Francesco e su Chiara. E la benedizione scenda anche su di me, o Signore. Ho bisogno della Tua illuminazione e della Tua luce. Proteggi mia madre, mia suocera, i miei cognati, mio fratello, Enzino che quest’anno è andato sposo, i miei parenti, gli amici ed i nemici. Proteggi il mondo.
Savona, 31 dicembre 1976
|
|
- 1977
1977
Mi trovo quest’anno nel giorno di Natale a concludere un altro anno intensissimo, con considerazioni ed appunti conclusivi. Domani partiremo, con la famiglia, per una breve vacanza a Cervinia: ecco la ragione dell’anticipo. La forza dell’abitudine mi fa apparire il giorno di Natale come l’ultimo giorno dell’anno. Una prima constatazione: i risultati economici sono notevoli. E ciò è tanto più singolare se si pensa che l’anno 1977 è stato per me particolarmente impegnativo, sotto il profilo politico. I lavori parlamentari mi impegnano parecchio e i miei interventi in aula, ormai, non si contano più. Nell’anno 1976 ho parlato solo due volte: una prima volta per illustrare un emendamento. La seconda, per argomentare sulla libertà di informazione, anche attraverso le televisioni private. Quest’anno i miei interventi sono stati numerosi ed hanno interessato una vasta gamma di argomenti. In genere, sono ascoltato e le mie osservazioni ed argomentazioni accolte con interesse. Tutto ciò mi fa piacere, anche se debbo confessare che talora il mio entusiasmo e la mia passione si scontrano con situazioni cristallizzate e con abitudini, invalse ormai da tempo e difficilmente modificabili. Serve a qualcosa la mia azione? Riesco ad incidere in qualche modo oppure tutto è superfluo ed inutile? Che senso ha operare al nostro livello, quando i giochi si fanno ad altri livelli e in altri luoghi? Eppure bisogna resistere. La classe politica dominante è ormai vecchia e logora. Soprattutto è molto divisa da odi secolari. Tra i cosiddetti “amici” vi è una acrimonia ed un odio incredibili. Dobbiamo cambiare, veramente, anche se forse noi che subentreremo seguiremo pedissequamente e forse con meno capacità i nostri predecessori. Ma vale la pena di tentare e, soprattutto, di innovare e di non cadere negli errori di coloro che ci hanno preceduti.
* - * - *
Non sono molto soddisfatto della mia attività professionale. I risultati economici conseguiti sono ottimi: non così i risultati professionali in senso vero e proprio. Ho sempre meno tempo per occuparmi del mio lavoro. Debbo confessare che non è molto facile, anche perché la politica mi impegna molto ed è quello politico un impegno assorbente ed esclusivo. Ma io sono un uomo d’azione ed ho bisogno di attività molteplici. Del resto, come potrei vivere, senza l’apporto del mio studio? L’indennità parlamentare non mi basta e, tanto meno, è “sufficiente” alle esigenze della mia famiglia. A Roma mi avvalgo di buoni collaboratori. Ma tutto ha un costo notevole. Come notevoli sono le spese in studio. In definitiva ho diversi milioni all’anno di esborsi vari, che devo affrontare ed a cui devo sopperire con l’attività professionale per ovvie ragioni. Tutto sommato, peraltro, sono soddisfatto. Mi impegno da mattino a sera, senza mai risparmiarmi, con una presenza sul lavoro eccezionale. Sono attaccato al mio studio, al mio lavoro ed al mio impegno politico. Speriamo che le forze non mi abbandonino. Qualche volta incomincio ad accusare un poco di stanchezza e di fatica, comprensibilissimo, ma segno che gli anni si fanno già sentire. Sono dovuto ricorrere agli occhiali, che uso molto raramente, ma a cui sono costretto a rivolgermi di tanto in tanto, specie per la lettura dell’elenco telefonico. La vista ora va ed ora viene. E’ strano, ma è naturale alla mia età. E’ l’andropausa. E si fa sentire. Ho talora manifestazioni palesi di una insofferenza e di una inquietudine tipica dell’età critica.
* - * - *
La mia famiglia mi dà qualche preoccupazione. “Bambini grandi: fastidi grandi”: usava dire mio padre. Capisco ora che aveva ragione. Cristina è inquieta e non dominabile. E’ maggiorenne: quest’anno ha colto il risultato di diventare maestra. Fabio studia con impegno. E’ molto buono, intelligente ed affabile. Francesco fa la quarta elementare e gioca volentieri con la sorella Chiara. E’ scattante e nervoso. Ora si dà da fare con il “das scultore”: sono suoi autoritratti, buoni ed espressivi. Quelle sue fauci dicono qualcosa: non sono bamboccioni inespressivi. I capelli folti e gli occhi dei suoi autoritratti spaziano intelligenza. Chiara ha preso la medaglia a scuola. Dalla Rossello. Merita una lode. A scuola è tutta preghiere ed ubbidiente. A casa si scatena ed è notevolmente rumorosa. Oggi si è esibita in alcune danze. Ha fatto poche lezioni, quattro o cinque, e dimostra già una capacità ed una gioia non comune. E’ graziosa e birichina. Ho una bella famiglia.
* - * - *
Sta per finire un nuovo anno, in complesso positivo. Fra pochi giorni inizia il 1978: un nuovo anno, nuovi impegni e più intense preoccupazioni. La situazione politica è esplosiva. Speriamo che il ciclo politico si rassereni e che torni il bel tempo, dopo tante esplosioni di terrorismo e dopo tante tensioni. Invoco dal Signore la benedizione sui miei figli, su Cristina, Fabio, Francesco e Chiara. Che il Signore li illumini e dia loro la forza dell’amore e della comprensione, oltre al dono magnifico della intelligenza. Invoco la benedizione su Maria Pia, su mia Mamma, su mia suocera, su mio fratello, le mie cognate, i miei parenti e su di me. Grazie, o Signore, per tutte le grazie che mi hai fatto. Proteggici durante l’anno. Sempre. Dacci la forza di resistere alle tentazioni e di vivere nella Tua Grazia.
Savona, 24 dicembre 1977
|
|
- 1978
1978
E’ il primo anno che le considerazioni di fine anno le svolgo nei primi giorni dell’anno nuovo. Oggi è domenica 14 gennaio 1979. Perché ciò è accaduto? Non lo so. Quest’anno, addirittura, (l’anno 1978, intendo) a seguito di un incidente di mia moglie, abbiamo rinunciato alla villeggiatura a Cervinia. Sono stato a Savona, durante le vacanze natalizie. Forse un po’ di pigrizia? Forse il desiderio di starmene tranquillo? Forse il non volermi proiettare nel futuro? Non so: l’uno o tutti di questi motivi. Oggi, domenica, mi ritrovo a fare le considerazioni di fine anno. Meglio tardi che mai. L’anno 1978 si è concluso positivamente. I risultati sono soddisfacenti, nonostante che le entrate siano diminuite e le spese siano aumentate.
Savona, 14 gennaio 1979
|
|
- 1979
1979
Come ogni anno, mi trovo alla fine dell’anno a trarre alcune utili considerazioni nel corso dell’annata. Quali i punti e tratti salienti dell’anno 1979? Li potrei riassumere così: sconfitta alle elezioni del giugno 1979; acquisto della casa nuova; intensa ripresa della mia attività professionale con apprezzabili risultati; fine degli anni “quaranta” e inizio del nuovo corso! Il primo risultato è decisamente negativo. Le elezioni anticipate del tre e quattro giugno hanno costituito una sorpresa veramente spiacevole. La mia mancata imprevedibile riconferma al Senato è stato il colpo terribile e sorprendente delle elezioni per la Liguria e, forse, non solo per la Liguria. Non mi so ancora capacitare di come sia potuto accadere un fatto simile. Avevo affrontato le elezioni con troppa tranquillità e sicurezza. Non ho spronato sufficientemente gli amici e me stesso: ero sicuro di farcela ed, invece, “il colpo terribile”, dopo avere festeggiato la mia riconferma in una serata alla trattoria sopra Savona. Avevo più voti (il 33,50%) contro il 32,80 del mio collega di La Spezia; ma vi è stato il peso negativo delle schede bianche e nulle, che ha influito negativamente sia pure per uno scarto modesto (0,10%). Poche decine di voti! Avevo svolto un’attività intensa al Senato e nel Collegio: non credevo che mi si fosse riservato un simile trattamento! Ma ... non tutto il male viene per nuocere! Da luglio mi sono rituffato nella mia attività lavorativa nel campo professionale, conseguendo risultati largamente positivi e superiori ad ogni aspettativa e ad ogni precedente annata. Le spese non hanno subito sensibili incrementi rispetto all’anno precedente, mentre le entrate hanno avuto un incremento del 30%. Il netto dell’anno supera ogni previsione. L’anno 1978 era stato caratterizzato da una diminuzione di entrate e da un incremento delle spese. Quest’anno, invece, i risultati si sono positivamente capovolti. Gli affari vanno bene, ma io non sono soddisfatto, perché non ho brama di denari!
* - * - *
L’anno che si conclude ha visto anche la definizione dell’acquisto di una casa nuova per la mia famiglia. La casa è stata acquistata ad un prezzo buono, con opzione. Il contratto era condizionato alla vendita dell’appartamento di proprietà mia e di Pia. Ho venduto il mio appartamento e quello locato ai signori Zunino. Ormai la questione è risolta. A maggio dovrà avvenire il trasloco, con tutte le grane a ciò connesse. Speriamo che tutto vada bene!
* - * - *
Con oggi si conclude il decennale ’70. Iniziano gli anni ’80 e per me, i cinquant’anni. E’ un traguardo che mi invecchia. Cinquanta anni, sono tanti.
* - * - *
Invoco sugli anni ’80 la benedizione del Signore, su mia moglie, sui miei figli e su me. Stasera passeremo l’anno a Gavi con Claudio e Kate. Addio a Te, anno 1979. Benvenuto a te, anno 1980. Che Tu sia apportatore di cose buone per gli uomini: maggiore giudizio e libertà per tutti.
Savona, 31 dicembre 1979
|
|
- 1980
1980
L’anno 1980 mi ha visto molto impegnato nell’attività professionale e - a seguito di tale impegno - i risultati non sono mancati. In effetti, in un anno ho conseguito un utile netto di gran lunga superiore a quello degli anni precedenti e, addirittura, un utile superiore a quello di due o tre anni assieme! Questa è la dimostrazione lampante che l’impegno politico mi sottraeva considerevoli possibilità e che io sono un’eccezione, in mezzo a tanti scandali e corruzioni che inquinano la vita politica. In piena attività politica, i miei utili professionali erano modesti, avendo in parte diminuito tale impegno; per la cocente sconfitta elettorale del giugno 1979, i risultati economici sono andati alle stelle con utili davvero impensabili! L’anno 1980 ha visto perfezionarsi l’acquisto della casa nuova e la sua presa di possesso. Le chiavi della casa mi sono state consegnate il trenta giugno 1980 all’Hotel Riviera di Savona, in un clima di tensione con la vecchia proprietaria (la cui foto ho fatto incorniciare in argento puro, in segno di eterna riconoscenza). Avevo comprato la casa un po’ a scatola chiusa e mi sono ritrovato in una reggia vera e propria, in mezzo alle magnolie ed all’armonia. La casa è il segno dell’armonia e dell’equilibrio. Credo che sia l’opera della maturità dell’ing. Bardini. Mi ci trovo molto bene (anche se, forse, per un politico, la casa è persino troppo bella e può dare luogo a dubbi!). Io sono, meglio, mi considero, al di sopra di ogni sospetto, poiché ho sempre svolto il mio impegno politico per il bene degli altri e mai e poi mai in vista dei miei personali interessi! Ma gli altri giudicano con il loro metro ...
* - * - *
L’anno 1981 che cosa mi riserverà? Il mio sguardo oggi non è rivolto tanto al passato, quanto al futuro. E’ il segno della mia insoddisfazione ed inquietudine. Guadagno moltissimo; ho riscoperto i miei figli, ed altri valori che credevo abbandonati. Ma non sono del tutto soddisfatto ed una inquietudine mi pervade l’animo. Vorrei tornare a fare politica in modo intenso ed impegnato. Avevo sperato in quest’anno che le porte di Palazzo Madama si spalancassero per me, avendo il senatore Pastorino optato chiaramente per la Presidenza della Consob. Ma il Ministro Andreatta non l’ha voluto fare ed io, ora, sono in attesa delle prossime elezioni politiche.
* - * - *
L’anno che si chiude ha registrato un importante avvenimento familiare: il fidanzamento di Cristina. Il sette dicembre Guido ha offerto a Cristina l’anello, molto bello. Gran festa in casa nostra, con i nonni di Guido, con Rosetta e Teresa. Una suggestiva e singolare riunione di famiglie felici. Cristina è diventata la mia capo - segretaria. Paola è in attesa del figlio e, probabilmente, non tornerà più. Lo studio ora va molto bene per la intensa collaborazione di Cristina e per la ripresa di attività di Andrea che - reduce da un infarto - ironia della sorte - ha ripreso a pieno ritmo il suo impegno professionale. Fabio è uno studioso, molto serio e sensibile. Frequenta la terza liceo classico con ottimo profitto. Francesco quest’anno va bene a scuola. Molto furba e abile la Chiara. A proposito dei terroristi ha detto: “si ceda per lasciare liberare il giudice e poi non si mantenga la promessa fatta ai banditi”.
* - * - *
Si chiude stasera un altro anno: tutto sommato, un anno molto positivo e felice nonostante l’inquietudine politica. L’occhio scruta con speranza l’avvenire e guarda al nuovo anno con fiducia. Benvenuto anno 1981. Chiedo la protezione del Signore su mia moglie, sui miei figli, su mia mamma e su mia suocera. Che l’anno nuovo porti pace, serenità e benessere e maggiori spazi di giustizia e libertà per tutti. Stasera passerò l’anno a Gavi con Claudio e Kate. Non è una prospettiva grandiosa, ma tranquilla, quale si conviene a ... dei vecchietti! Fabio è partito con lo zaino ed il sacco a pelo per Biella. In ciò è il suo programma di vita: Cristina è a Limone, con Guido; Francesco e Chiara passeranno l’anno in casa con la nonna Teresa. Benvenuto a Te, anno 1981.
Savona, 31 dicembre 1980
|
|
- 1981
1981
Il tempo scorre veloce e mi ritrovo, quasi per un misterioso incanto, a scrivere alcune considerazioni sul consuntivo di un altro anno. Non mi sembra vero, eppure è così: oggi è il trentun dicembre 1981, ultimo giorno di un altro anno, che passa inesorabile. Il mio spirito non cambia: mi sento giovane, come tanti anni fa, ma gli anni passano e la vecchiaia incombe tiranna. Me ne accorgo dai miei figli, che crescono e si sposano. Un grande evento ha caratterizzato l’anno che sta per passare: il sette dicembre 1980 annotavo il fidanzamento di Cristina con Guido; il dodici dicembre 1981 devo annotare il matrimonio di mia figlia con Guido. E’ stata una cerimonia preparata con cura e risoltasi - grazie anche alla meravigliosa giornata di sole quasi estivo - in modo perfetto. La regia di Maria Pia, scrupolosa, attenta e vigile ha sortito il miracolo di far risaltare tutto. Dalla chiesa addobbata in modo magistrale al vestito della sposa, spumeggiante e ingenuo nella sua candida bellezza. Dal ristorante (un albergo quasi sconosciuto ma bello per la sua caratteristica residenziale) al ricevimento servito in giardino ed al pranzo servito in modo celere. La torta della sposa una novità: tre funghi in mezzo al verde ed alle foglie di castagno. Gli sposi sono partiti per Roma e a Natale ci hanno riservato la sorpresa di ritornare dalla luna di miele e di trascorrere il Natale con noi. Grandi feste con le nonne, con i fratelli, gelosi che la Cristina abbia lasciato la famiglia, strappata a noi da Guido. Speriamo che si vogliano bene e che costruiscano una buona famiglia. Le foto dell’avvenimento sono una riproduzione di un ricordo incancellabile: dodici dicembre 1981. A tale avvenimento io mi ci sono dedicato, come non avevo mai fatto per il passato. Ho maggior tempo a mia disposizione, dopo la cocente sconfitta elettorale e lo dedico di più alla mia professione ed alla mia famiglia. La mia professione si svolge e procede bene. Con risultati lusinghieri e, ogni anno, sempre più positivi e superiori ad ogni previsione. Come politico, credo di aver dato un grande esempio di serietà e di probità. Non ho ricercato incarichi retribuiti. Dopo la sconfitta, ho ripreso la mia attività con qualche ansia e preoccupazione. Potevo temere di non riuscire o di avere solo una clientela politica. Invece la mia tenacia ed il mio impegno hanno fatto premio su di un passato professionale che avevo cominciato solo per ragioni di cassetta. L’attività del parlamentare e l’indennità non bastavano a me, oltre che a mantenere la mia costosa famiglia! Il parlamentare onesto è buggerato in tutti i sensi ed io ne sono una riprova vivente! In due anni (solo due anni) ho incassato quanto avrei preso in dieci anni di vita parlamentare, senza avere le grosse spese di una vita vissuta a Roma. Meglio, dunque, oggi, se non mi rimanesse la amarezza di un sogno incompiuto! Il destino o la Provvidenza così hanno voluto e così sia. Mi rimetto al fato, anche se da un lato vorrei riprendere il mio impegno politico e, dall’altro, constato ogni giorno di più la fatuità e la inutilità di un tale impegno, che nulla risolve ma che serve a vendere fumo ed illusioni! Il Potere! Ma che cosa è il Potere? Mi dedico di più ai miei affari, anche se li so guardare sempre con un certo distacco.
* - * - *
La mia famiglia cresce e si sviluppa. Ho già parlato del matrimonio di Cristina. Oggi vi devo parlare anche di un altro avvenimento importante: la licenza di maturità di Fabio. Fabio è quadrato, intelligente e buono. Ha il carattere di un inglese che vive in una società ed in una civiltà mediterranea! Deve rompersi il muso ... . L’ho mandato per oltre un mese in America, in California, nella terra che fu già di mio padre. Credo che sia stata per lui una esperienza positiva ed interessante. Ora frequenta il primo anno di legge all’Università di Genova e sembra appassionarsi al diritto. Io ardevo dal desiderio che lui si iscrivesse a giurisprudenza, ma non ho voluto forzare in alcun modo la sua decisione, che mi ha fatto immenso piacere. Potrà diventare un mio valido collaboratore tra qualche anno! Francesco frequenta la terza media e Chiara la quinta elementare. La Chiara mi fa sentire ancora giovane: ho una figlia che frequenta ancora le elementari. Francesco è buono, anche se un poco nervoso per la sua eccessiva crescita. Ci siamo misurati oggi di fronte allo specchio e l’ho visto ormai alto come me! Si appassiona al calcio; ha costruito in legno un campo da football, dove gioca le partite internazionali. Che caro ragazzo anche se ormai è all’adolescenza. E si vede! Chiara è una birichina d’eccezione. Ha una verve e una prontezza eccezionali e difficilmente descrivibili. Dobbiamo contenere i suoi bollenti spiriti. A scuola va bene: porta sempre “ottimo +++”! E non studia niente. Queste le mie riflessioni a consuntivo di un altro anno. Invoco la Tua benedizione, o Signore, su Maria Pia, su Cristina, Guido, Fabio, Francesco e Chiara. Proteggici e accompagnaci con la Tua protezione nel nascente anno e per tutto il suo corso. Proteggi e benedici mia madre, mia suocera, i miei parenti più prossimi e più lontani. Tutti. Anche quest’anno passeremo l’anno a Gavi, con Claudio e Kate. Mi sto impigrendo da matti: mi sento la vecchiaia che si avvicina. E’ una fine d’anno da ... vecchi, fra buoni amici, però. E Claudio (teste qualificato con Taviani alle nozze di Cristina) mi è stato fraterno amico anche nell’avversità. Ciao, anno 1981. Benvenuto a Te, nascente 1982.
Savona, 31 dicembre 1981
|
|
- 1982
1982
Un altro anno sta per passare. In modo inesorabile. E’ il tempo un tiranno con il quale sono costretto a fare i conti, alla fine di ogni anno. Un’altra primavera, qualche capello bianco (pochi, ancora, per la verità); una minore energia; i figli che crescono e ti fanno sentire vecchio e solo. Anche quest’anno, i risultati sono stati molto positivi. Vale la pena, però, di fare un’osservazione: l’inflazione galoppa ancora almeno sulla base del 16%. Nel consuntivo constato che le spese sono aumentate del 15%, mentre le entrate hanno avuto un incremento dell’1,5%. Sono comunque soddisfatto: la professione mi riempie piacevolmente la giornata e mi fa vivere soddisfatto. La politica mi rende inquieto e - accanto a soddisfazioni - mi comporta profonde amarezze. C’è aria di elezioni anticipate: riuscirò a portarmi candidato? Sono desiderato da più parti, ma devo organizzarmi per battere i miei avversari interni. La battaglia devo combatterla sino in fondo, con intelligenza e diplomazia, senza esclusioni di colpi. Sono stato al Senato a sentire il discorso di investitura del sen. Fanfani: è stato un discorso molto positivo. L’uomo - settantaquattro anni - è ancora valido ed efficiente. Speriamo che si tiri fuori da questa intricata vicenda. Nella famiglia non mancano le novità. Cristina e Guido si sono affrettati: dal loro matrimonio sta per nascere un bambino (pardon una bambina!). La notizia mi ha riempito di gioia perché è il frutto dell’amore di Guido e Cristina. Poi, ripensandoci, ho considerato che la “gioia” di essere nonno mi poteva essere riservata fra qualche anno .... ! E’ un ruolo che non mi sento ancora di giocare. Ma tant’è. Sappiamo che è una bambina perché proprio ieri Cristina si è sottoposta ad un test (ecografia) che ne ha manifestato anzitempo il sesso. Novità dei tempi. Io credo ancora all’influsso della luna e da stasera vi è in cielo la luna piena, che mi porterà il nipotino. Fabio ha iniziato l’università ed ha già superato quattro esami: i più impegnativi. Ha studiato con impegno ed i risultati sono stati buoni. Legge a Genova è dura e Fabio sperava di avere qualche voto migliore. Ciò che conta è che fra quindici giorni avrà dato tutti gli esami del primo anno. Molto bene. Fabio è molto profondo e conto sulla sua collaborazione a partire dall’84! Ma la rivelazione di quest’anno è stato Francesco. Si è iscritto alla quarta ginnasio: liceo classico. Studia con impegno ed i risultati sono buoni (certamente superiori ad ogni previsione, anche la più ottimistica). Speriamo che continui e che migliori. Un bell’impegno questi figli! Chiara è un fenomeno: non si smentisce mai. Pronta, vivace, brillante, ridente, sempre ed in ogni circostanza. Ha un’intelligenza vivace ed una simpatia che le traspira da ogni poro. Se il bel tempo si vede dal mattino, le promesse sono positive. Pia è sempre alle prese con i suoi problemi della famiglia e dei figli.
* - * - *
Anche stasera trascorreremo la fine dell’anno a Gavi, da Claudio e Kate. E’ un San Silvestro un po’ da vecchi, ed io vorrei invece andare in giro in qualche bella ed elegante serata! Kate ha telefonato e dobbiamo andare. Se non arrivava questo invito, avremmo finito con lo stare in casa. Quest’anno c’è mia mamma. E’ un avvenimento: gli anni scorsi, la mamma veniva, ma al quarto giorno se ne andava. Ora è quasi dieci giorni che è qui con noi. Per me è motivo di gioia. La mamma lavora sempre, senza sosta. Che grande esempio!
* - * - *
Ciao, anno 1982. Mi hai dato gioie e soddisfazioni, accanto ad amarezze e dolori (è morto mio zio, don Ruffino Valentino Pasquale: avevo tre zii preti ed una zia suora. Se ne sono andati tutti). Ti ricordo con simpatia come anno dei tanti, infiniti ricordi della mia vita. Invoco da Gesù Bambino la protezione sulla mia famiglia, su Pia, Fabio, Francesco, Chiara e su me. Una particolare attenzione dedico a Cristina che è in attesa della bambina. Benvenuto a te, nascente 1983.
Savona, 31 dicembre 1982
|
|
- 1983
1983
E’ il tre gennaio del nuovo anno. E’ la prima volta, dopo una lunga consuetudine, che mi ritrovo a scrivere le mie memorie, allorché il nuovo anno è già iniziato. Avveniva, negli anni scorsi, che mi ritrovavo a fare il consuntivo, proprio l’ultimo giorno, quello di San Silvestro. Quest’anno le brevissime vacanze a Limone Piemonte hanno interrotto la lunga tradizione. Sono tornato ieri, rinfrancato e riposato. L’anno 1983 è stato un anno molto importante per me e pieno di avvenimenti decisivi per la mia vita. A gennaio (il diciannove) è nata la mia nipotina Benedetta, che è venuta ad allietare la famiglia di Guido e Cristina. Una dolce, fragile creatura, molto simpatica ed intelligente. E’ piena di brio, incomincia a fare i primi passi e mi .... fa un poco rimbambire. L’amore è discendente ed io guardo a Benedetta con tanto affetto.
* - * - *
Ma vi è stato un altro grande avvenimento. Le elezioni anticipate del ventisei e ventisette giugno, per le quali il partito mi ha candidato al collegio senatoriale. E’ stato l’anno della mia resurrezione. La battaglia è stata molto dura, ma l’ho condotta con abilità e con determinazione, senza badare a spese e senza risparmio di energie. Sono riuscito a passare dal quinto al terzo posto fra i senatori D.C., fra la sorpresa generale e con mia personale soddisfazione. Proprio nel momento in cui la D.C. perdeva clamorosamente quasi il 6%, io tenevo sostanzialmente e consentivo, con i miei voti, alla D.C. di non perdere i quattro senatori in Liguria. Venti senatori D.C. in meno al Senato e Ruffino, vincitore in una battaglia difficile e, da tutti, data perdente! L’anno 1983 è quindi l’anno della mia resurrezione politica, allorché molti mi guardavano ormai fuori gioco ed incapace di risalire la china del declino e dell’oblio. Ed invece ... rieccomi al Senato; intervenire nelle Commissioni e nell’Aula (ho già fatto quattro interventi anche in Aula!); presentare disegni di legge; fare proposte; definire strategie etc. Debbo riconoscere che, per me, è una grande soddisfazione, piena di mistero e di esaltante felicità. Non mi sembrava vero ed io ... andavo a leggere i manifesti del Prefetto per essere sicuro della veridicità della mia elezione. Grazie a Te, o Signore, che mi hai dato questa immensa soddisfazione; proteggimi e conducimi per le vie del bene e dell’interesse di tutti. Fa che sempre io anteponga il pubblico interesse a quello personale mio. I risultati economici, pur non brillanti, sono egualmente positivi. Non vi è dubbio che se non fosse intervenuta la parentesi elettorale, mi sarei avviato verso un risultato economico sorprendente ed eccezionale. Le elezioni, invece, (il mese di giugno non ha registrato alcun incasso, ma solo spese! !) hanno costituito una remora ed un ostacolo al conseguimento del più lusinghiero risultato economico. Ma io ne sono ugualmente soddisfatto.
* - * - *
Val la pena di registrare il buon andamento degli esami universitari di Fabio. Si è iscritto al terzo anno di legge ed ha già quasi superato tutti gli esami. Egli conta di sostenere tutti gli esami del biennio, entro gennaio e di laurearsi in tempo nel 1985. Sarebbe un felice evento, molto valido anche per me e per l’andamento dello studio legale. Ha già redatto qualche comparsa (anche conclusionale) e dimostra di essere intelligente, quadrato e dotato di non comune sintesi. Francesco ha iniziato con qualche difficoltà il ginnasio, ma oggi, grazie al buon professor Locatelli di Quiliano, supera le versioni di latino e greco con buona facilità ed il rendimento si è fatto sicuro. Corre il rischio di essere promosso bene, senza difficoltà, con merito! Francesco è molto buono ed ubbidiente. A differenza di Chiara, scatenata, disubbidiente, vivace e reattiva. Ha una intelligenza non comune, ma sovente stanca. E’ buona e generosa e talora diventa intrattabile. E’ una stancacervelli. Comunque è una ragazza che non teme il giudizio e che si farà strada. Non la vedo mai studiare, ma il rendimento scolastico è ugualmente positivo e buono.
* - * - *
Ma un altro avvenimento ha contraddistinto il 1983: le nostre nozze d’argento. Sette settembre 1958 - sette settembre 1983. Venticinque anni di vita vissuta insieme a Pia. Un grande avvenimento! Ci vogliamo bene e capiamo di essere indispensabili l’uno all’altra. Addio, anno 1983. Benvenuto a Te, anno 1984. Invoco - per il nuovo anno - su Pia, su Cristina, Guido, Benedetta, Fabio, Francesco, Chiara, la benedizione del Signore. Che essa si estenda e sia copiosa anche su mia madre, mia suocera, mio fratello, cognati etc. e su tutti. Nel segno della pace e della bontà.
Savona, 3 gennaio 1984
|
|
- 1984
1984
Anche quest’anno il consuntivo viene da me registrato il tre di gennaio del nuovo anno. Siamo tornati ieri sera da Limone, dove abbiamo trascorso un buon periodo di riposo. C’era tutta la sacra famiglia, ad eccezione di Fabio che è rimasto a casa a studiare. Deve affrontare a giorni l’esame di diritto amministrativo. Pensavo che potesse laurearsi alla fine del 1985 ma l’impresa sta diventando molto ardua per non dire impossibile. Fabio ha preso recentemente trenta e lode in diritto urbanistico ed oggi ha dato un consiglio alla nonna Teresa, che è rimasta commossa! Ho bisogno che Fabio venga presto in studio e mi dia una valida collaborazione. Il mio impegno parlamentare, infatti, mi tiene sempre più lontano da Savona e dallo studio e la cura dello studio diventa sempre più onerosa e pesante. Ho avuto buone soddisfazioni in Senato: sono intervenuto parecchie volte sia in commissione sia in aula ed ho anche raggiunto l’obiettivo di parlare - a nome del gruppo - su di un argomento scottante: il caso Cirillo. Ma se dovessi confessare in pieno il mio stato d’animo direi che sono soddisfatto, ma non soddisfattissimo, anche perché amo troppo bruciare le tappe ed il mio temperamento di Ariete rivela uno spasimo ed un desiderio di affermazione eccessivi. Potrei vivere tranquillamente e starmene bene nell’aurea mediocritas. Ma tale stato non rappresenta il mio simbolo: anzi l’aurea mediocritas mi fa soffrire. Ho avuto buone soddisfazioni anche nel recente congresso del partito che si è tenuto nei giorni sette - otto dicembre. La mia lista ha riportato la maggioranza relativa con il 30%, risultato contrastato da molti e neppure atteso da me. Ho scritto anche articoli in giornali nazionali e locali, tanto che il mio amico - nemico Urbani mi ha detto che studio da “Sottosegretario”. Un anno, tutto sommato, positivo e valido: la stima e la considerazione dei colleghi è cresciuta e, sia pure attraverso difficoltà di varia natura, sta lentamente emergendo.
* - * - *
L’essere diventato “nonno” mi aveva turbato e mi aveva fatto intendere la caducità della vita e delle cose terrene. Oggi quel sentimento di caducità non è certo venuto meno, anzi; ma è subentrata anche la gioia di una nipotina simpatica e vivace. Che begli occhioni ha Benedetta e che sguardo intelligente! Il mio più bello spettacolo del mondo l’ho visto a Limone, allorché Benedetta è andata sugli sci, a non ancora due anni. Il nonno rincretinisce e scopre nella nipotina i miracoli di intelligenza e vivacità. E non sono altro che cose normali. Ma è segno evidente di senescenza. Francesco sta andando bene a scuola. Ha iniziato la prima liceo classico, dopo aver superato bene la quinta ginnasio. Si è iscritto alla sezione più difficile, la A, ed i risultati sono buoni e positivi. E’ serio e buono ed ubbidiente. Talora è eccessivamente nervoso. L’anno 1984 è stato l’anno dello sviluppo in altezza di Chiara: è cresciuta più di dieci centimetri; è bella, rotondetta, simpatica e “scavizza”. Cristina è una mia valida collaboratrice ed una ottima mammina. A Natale è venuta mia madre a trovarci, carica di regali.
* - * - *
E’ morto zio Beppe, ad ottobre. Giorgio Mallarini, invece, è diventato professore, a novembre.
* - * - *
All’inizio dell’anno, non per rito, ma per un vivo sentimento di legame, invoco da Te, o Signore, le benedizioni più abbondanti sulla mia famiglia, sulla mia casa, sul mio lavoro, sul mio impegno. Ma senza il Tuo aiuto e il Tuo sostegno, o Signore, nulla avviene e nulla si realizza. Affido a Te le mie fatiche, il mio impegno, i miei dolori e le mie gioie. Addio anno 1984. Benvenuto a Te, nascente 1985.
Savona, 3 gennaio 1985
|
|
- 1985
1985
E’ lunedì trenta dicembre. Domani l’ultimo giorno di un anno che era iniziato in sordina, sotto il profilo economico (si vedano i magri risultati dei mesi di gennaio e febbraio) ed è invece esploso in seguito. Un anno che ha battuto tutti i record e che mi ha portato a vette che sembravano irraggiungibili sotto il profilo professionale. Il mio lavoro parlamentare mi impegna molto: ho la sensazione di lavorare in un ambiente in cui sono sempre meno coloro che “credono” in quel che fanno. E ciò da un lato mi amareggia e dall’altro mi stimola a fare ancora di più e meglio. L’amarezza deriva dalla constatazione che si viva in un ambiente demotivato e nel quale - all’entusiasmo ed ai valori ideali - siano subentrati altri motivi che guidano l’azione del politico. Lo stimolo deriva dalla necessità di cambiare tale stato di cose e di migliorare in radice l’ambiente. Attenzione, però, a non diventare un ignoto don Chisciotte! Il mio lavoro professionale mi ha dato notevoli soddisfazioni, anche se di fatto sono costretto a trascurarlo parzialmente. L’impegno è notevole: alcune mattine alle cinque o alle sei sono già in studio per tentare di recuperare le pratiche ferme e riprendere in mano la situazione. La mia famiglia. Cristina è una mia valida collaboratrice ed una buona mammina. La sua presenza in studio (abbastanza discontinua, peraltro) si nota subito. Il lavoro si svolge al galoppo e le pratiche si muovono con la velocità del fulmine. Benedetta compirà presto i tre anni. La nonna Pia sta preparando il solito regalo (un brillante piccolo) che costituirà la sua piccola dote a ventun anni. E’ una bambina vivace, altera, ed è tutta ... i Beccaria. Fabio ha sostenuto, di recente, due prove d’esame: l’una difficile di procedura penale e l’altra di teoria generale del diritto. Gli restano sei esami: confido che possa laurearsi entro il luglio 1986. A Genova, giurisprudenza è molto dura ed impegnativa. Fabio è molto buono ed intelligente. Occorre talora stimolarlo. Mi ha fatto alcuni ricorsi molto validi, con capacità di sintesi non comuni. Francesco è ... una rivelazione, sotto certi aspetti. Metodico, puntuale, sta frequentando la seconda liceo (avanti di un anno) con risultati significativi. Chiara. L’ultima della nidiata. Ha fatto sottogamba le medie alle Rossello. Ne è uscita - lei bravissima - con gravissime lacune e una impreparazione spaventosa. Al ginnasio sono iniziate per lei le prime vere difficoltà ed è attualmente in panne. Speriamo che si riprenda, anche perché è molto orgogliosa ed ha l’ambizione di primeggiare. Maria Pia è buona ed intelligente. Oggi è in giro ... per beneficenza. Speriamo che continui. Mia madre è venuta a trovarci a Natale e si è fermata pochi giorni con noi. Carica di regali, come la befana. Ha compiuto gli ottantanove anni ed ha una capacità di lavoro invidiabile. Esegue ricami bellissimi, con amore e con tanta volontà da smuovere le montagne. Mi ha dato sempre un grande esempio di attaccamento al dovere, alla famiglia, alla religione ed a valori ideali.
* - * - *
Domani sarà l’ultimo giorno dell’anno. Vorrei trascorrerlo con i miei figli. Ma Cristina se ne va con Guido e gli amici e Fabio con Maria Grazia. Cerco di catturare Francesco, mentre per Chiara non vi sono ancora grossi problemi. Sull’anno che sta per nascere invoco come sempre la protezione e la benedizione del Signore, sui miei cari, su mia moglie, i miei figli, la mia nipotina, Guido, mia mamma, mia suocera e i miei parenti, per tutti, sugli amici ed anche sui nemici, in uno spirito di pace e di riconciliazione. Addio a Te, anno 1985, che sei passato così in fretta. Benvenuto a te, nascente anno 1986.
Savona, 30 dicembre 1985
|
|
- 1986
1986
Inizio il mio consuntivo il giorno dopo Santo Stefano. E’ un anticipo, rispetto alle mie annose abitudini, dovuto al fatto che, stamattina, partiamo per Limone. Abbiamo deciso di affittare una casa a Limone per fine dicembre e tutto gennaio 1987. Il conto economico: noto un aumento - seppure modesto - delle spese (in percentuale il 3%) ed una diminuzione delle entrate. Sono comunque molto soddisfatto per i risultati conseguiti, insperati sino a qualche anno fa.
* - * - *
Non avevo potuto ultimare le mie note di fine anno, anche perché Pia quando deve partire o quando deve fare qualcosa di extra ( nel caso le valigie) va in tilt. E’ fatta così e, Dio me l’ha data , guai a chi me la tocca! Sono ormai oltre ventotto anni che viviamo assieme e la vita con Lei è stata serena e tranquilla. Mi ha dato quattro figli meravigliosi, cari e belli. Li ha curati con amore e con passione. Fabio mi sta deludendo un poco. Speravo che si laureasse nel 1986 ed invece non ha dato l’ultimo esame che aveva in programma: diritto internazionale. Si è ammalato il giorno prima con una febbre da cavallo. Deve poi preparare la tesi e ... darsi alla professione, se lo vorrà. E’ intelligente ed acuto, ma non sempre volitivo come io lo vorrei. Comunque è un giovane eccezionale e buono. Francesco sta rivelandosi, giorno dietro giorno, riflessivo, intelligente. E’ avanti di un anno nella scuola e sta andando abbastanza bene. Qualche volta ... copiando, ma dimostrando sempre buon senso ed equilibrio. Quest’anno dovrà decidere quale facoltà scegliere. Sarà un momento importante. Chiara è ... simpaticamente birichina. Un po’ bizzarra e scavezzacollo. A scuola va molto meglio, anche se non mi sembra molto impegnata negli studi. Ha molto “savoir faire” fuori casa ed è ammirata da tutti per questa sua presenza e per il suo viso e per il suo sorriso che ispirano simpatia.
* - * - *
Sotto il profilo professionale, anche quest’anno ho raggiunto un risultato notevole, tenuto conto dei miei impegni parlamentari. Talora mi chiedo come riesca a fare tutto. Ho una grande volontà ed un impegno non comune. Se dovessi riflettere un poco sulla caducità della vita, forse mi fermerei. Ma assomiglio a mia madre ed a mio padre, che sempre hanno posto un intenso impegno di lavoro alla cima dei loro pensieri; mia madre ha compiuto i novant’anni ed è ancora meravigliosa per il suo impegno, per i suoi preziosi lavori e per i suoi consigli prudenti ed intelligenti. Nel campo politico, ho avuto alcune piccole soddisfazioni, accanto ad amarezze. Intanto la soddisfazione di essere senatore. E’ stato il sogno della mia vita: diventare parlamentare, fare le leggi, migliorare i costumi, rinnovare la società. Mi sembra un sogno di aver realizzato il mio sogno! Speravo di entrare a luglio nel Governo. Ci sono andato molto vicino. Ero nella lista dei sottosegretari sino alle tredici del giorno fatidico. Alle diciotto hanno chiamato anziché me l’on. Cattanei a giurare come Sottosegretario. Dopo un’aspra e combattuta battaglia sono entrato a far parte del direttivo dei senatori. Quarantadue voti Ruffino, quarantadue voti l’altro candidato dopo la prima votazione. Ero già rassegnato poiché - a casa - attendevo i risultati e nessuno mi telefonava. Poi la notizia da Taviani: è rinata la speranza. Ed, infatti, la settimana dopo, cinquantadue voti Ruffino, quarantotto il mio “avversario”, nonostante la mobilitazione massiccia di Ministri, segretari, etc. etc. . E’ stata una grande soddisfazione per me. Alcune leggi - anche modestamente importanti - portano la mia firma e sono frutto delle mie proposte. La più significativa: la legge sulle successioni e donazioni, approvata di recente dal Parlamento. Quante battaglie! Ho ricevuto centinaia di lettere da tutto il Paese. Altre leggi (legge Formi) e molti emendamenti sono il frutto delle mie proposte: bene. Ma spira ora ... aria di elezioni anticipate ed io sono seriamente preoccupato. Ciao, anno 1986, con le tue luci e con le tue ombre (è morta la Maria Gandolfo alla vigilia di Natale, mentre usciva di casa per venire a trovare mia madre e me a Millesimo). Benvenuto a Te, anno 1987. Invoco, nel nuovo anno, la benedizione e la protezione del Signore, sulla mia famiglia, su Pia, Fabio, Francesco, Chiara, su di me, su Cristina, Guido e Benedetta, su mia madre, su mia suocera, su mio fratello e tutta la famiglia, sulle mie cognate, sugli amici e sui nemici. Signore, proteggimi, assistimi, consigliami e stammi vicino.
Savona, 27 dicembre 1986
|
|
- 1987
1987
Siamo rimasti soli, in casa, al trentun dicembre 1987. Cristina in casa con amici (ed è stata l’unica a farci gli auguri); Fabio a Monaco di Baviera e Chiara e Francesco a Limone. Ieri siamo stati ad accompagnare Chiara a Limone anche per controllare le condizioni in cui vive Francesco, che ha affittato una casa con altri amici. Sono accampati!
Savona, 1° gennaio 1988.
* - * - *
Oggi, venti settembre 1988, mi sono accorto di non aver completato le mie riflessioni di fine anno. Non so se è per una sorta di scaramanzia oppure una superstizione, che nell’anno 1988 sono accaduti alcuni avvenimenti (dopo che nel 1987 è scomparso il mio indimenticabile e caro Amico Andrea Allegri): 1-) è morta la mia adorata Mamma; 2-) è partito in servizio militare Fabio; 3-) si è fatto male, il quattordici agosto 1988, Francesco con la frattura delle due clavicole e del mignolo della mano destra. Ecco alcuni lati negativi. Non posso peraltro non sottovalutare altri dati positivi: a) é rimasta incinta la Cristina; b) l’attività dello studio professionale è aumentata in modo considerevole: ho già raggiunto oggi i risultati dell’intero anno 1987; c) sono in corso di ultimazione i lavori di ristrutturazione del nuovo studio e della tavernetta; d) Chiara è rimasta promossa bene; e) Francesco ha già superato due importanti esami universitari, senza traumi. Invoco la Tua protezione, Signore, sulla mia famiglia: su Pia, su Cristina, Fabio, Francesco e Chiara, su Guido e Benedetta, su nonna Teresa, su mio fratello, cognate nipoti e su tutti, amici e nemici. Su tutti, Dio, stendi la Tua mano protettrice e propiziatrice.
Savona, 20 settembre 1988
|
|
- 1988
1988
L’anno 1988 è stato un anno di intensi e notevoli avvenimenti. Ne provo ad elencare alcuni. Il primo gennaio è iniziato per me male con l’estrazione necessaria di un dente. Il tre gennaio: una gita meravigliosa di quindici giorni nel mondo fantastico degli Stati Uniti: nella seconda terra di mio padre. New York - Chicago - San Francisco - Washington. Mi accompagna Maria Pia. Una missione di studio, impegnativa, ma molto interessante, sotto tutti i profili.
* - * - *
Il ventinove marzo alle ore dodici e trenta decedeva mia madre. Nella Clinica del dr Panconi, la “Santa Lucia”. Io ero a Roma e proprio quando spirava non le ero vicino. Me ne dispiace molto ed il mio dolore è solo in parte attutito dalla presenza di Chiara al capezzale di mia mamma. Parlare di Mamma Rosetta è impossibile in poche pagine: bisognerebbe scrivere un libro su di lei, sulla sua semplicità, sulla sua intelligenza, sulla sua enorme capacità di lavoro. Sino agli ultimi giorni della sua vita: a quasi novantadue anni! Era nata il tre settembre 1896. Lo stesso giorno di mio padre, Lorenzo, ma nove anni dopo. Una coppia eccezionale, che mi ha lasciato un grande insegnamento. Di onestà, di serietà, di bontà, di dedizione al dovere, di laboriosità, di amore per il prossimo. Ciao, mamma Rosetta, ciao papà Lorenzo. Proteggetemi dal cielo. Oggi Vi sento molto vicino a me: qui nella sala dove sto lavorando e scrivendo.
* - * - *
Ai primi di marzo parte in servizio militare Fabio: il CAR lo svolge a Macerata; il resto del servizio lo sta svolgendo a Roma. Una perdita economica rilevante, ma una grossa soddisfazione morale. Il figlio del senatore “fa il servizio militare”; una sorpresa, segno di onestà! Il due novembre 1988 nasce la seconda nipotina: Carolina. Bella, dolce, serena. Pia diventa veramente nonna e per Carolina vive una nuova maternità, più intensa!
* - * - *
In campo politico: una profonda amarezza allorché a maggio si forma il Governo De Mita ed io, nonostante le assicurazioni, non entro nel Governo. Come sempre, non mi lascio abbattere e riprendo con rinnovata tensione il mio impegno di parlamentare, presentando leggi, facendone approvare qualcuna, partecipando a dibattiti, etc. Ultimamente, scrivo una rubrica, “Appunti e Disappunti”, per “Il Letimbro”. Rimuovo le quiete acque in un ambiente cattolico, accentrato a sinistra. Ad un certo punto decido (anche su consiglio di Don Farris) di sospendere la mia collaborazione gratuita. Se sono rose, fioriranno.
* - * - *
Ma l’anno che si chiude si caratterizza per i risultati lusinghieri nella vita professionale. Certo è che non mi sono risparmiato in nulla. Il ventinove dicembre: trasloco dallo studio di Via Paleocapa 25/4 a Piazza Sisto IV 1/4. Uno studio realizzato dall’ing. Bardini, sobrio e molto dignitoso. Ne sono soddisfatto. Infine, a Natale, è venuta la mia cara cugina Iolandina con mia suocera e trascorrere il Natale con noi. Bene!
* - * - *
Questi, in sintesi, gli avvenimenti più significativi dell’anno 1988 che, pur essendo bisestile, è stato per me un anno positivo. Vi è la grave tristezza della morte di mia mamma.
* - * - *
Stasera trascorreremo l’ultimo giorno dell’anno in casa di Guido e Cristina, con le bambine e con Fabio e Maria Grazia in attesa, anche lei, di diventare madre. La famiglia Ruffino cresce e si moltiplica. Francesco e Chiara sono a Limone. A proposito di Francesco, debbo segnalare un avvenimento importante. Ha già superato tre esami all’università, prendendo anche un trenta nell’ultimo esame e manifestando doti di intelligenza, di serietà e di impegno. Altro avvenimento. Francesco ha avuto un incidente stradale il quattordici agosto con due clavicole rotte; che paura! Chiara è stata promossa alla seconda liceo: anche questo è un evento che va sottolineato come positivo. Concludo, come sempre, con una invocazione a Te, o Signore. Proteggi la mia famiglia e stendi la Tua mano su Maria Pia, su Cristina, Fabio, Francesco e Chiara, su Guido e Maria Grazia, su Benedetta e Carolina, sul nascituro da Maria Grazia. Proteggi mia suocera, mio fratello Attilio, Carla, Enzino, Rosanna ed i figli. Sui miei nipoti che, quest’anno, si sono sposati anch’essi e che mi hanno voluto loro testimone alle nozze, su Luciana e su tutti, anche sui miei nemici. Aiutami nel delicato mio compito; aiutami sempre ed ovunque. Invoco su tutti noi, o Dio, la Tua protezione il Tuo sostegno, il Tuo aiuto.
Savona, 31 dicembre 1988
|
|
- 1989
1989
Queste mie annotazioni vengono scritte - forse per la prima volta - fuori casa. Mi trovo a Courmayeur per un breve periodo di riposo. Siamo alloggiati con Pia e Chiara in un albergo dove ci troviamo bene, trattati con signorile discrezione. Ma procediamo per ordine. Il dato caratteristico del 1989 è senza dubbio rappresentato dal giuramento che ho pronunciato di fronte ad Andreotti come Sottosegretario di Stato per l’Interno la mattina del 26 luglio. A maggio la caduta del secondo Governo De Mita. L’incarico ad Andreotti, la formazione del suo quinto Governo e la mia nomina nel Governo, da tempo attesa, ma in un incarico di grande prestigio e di notevole potere. Che io fossi in lista d’attesa non vi era dubbio. Ma quanti altri colleghi erano in lista d’attesa per entrare nel Governo! Vi è da segnalare il fatto che nel Governo Andreotti i Sottosegretari senatori sono diminuiti di numero (da undici a sette); che vi è stata quindi una selezione rigorosa; che quelli in carica hanno sviluppato tutte le iniziative e le azioni possibili per rimanere al loro posto; che premevano alle porte del Governo decine e decine di legittimi aspiranti. Che cosa sia successo è difficile dire. Sta di fatto che - ad un certo momento, per una serie di circostanze, anche favorevoli - sono stato chiamato ad un posto di alta responsabilità. Timori, preoccupazioni ed ansie di non essere all’altezza della situazione. Poi da luglio sino al ventidue dicembre un impegno allo spasimo! Con risultati positivi e - perché no - anche lusinghieri. La modifica della legge Rognoni - La Torre, ferma da tempo, è stata approvata, in sede legislativa, dalla Camera dei deputati; la legge sulla droga dal Senato; la legge sulle armi dalla Camera con modifiche da parte del Senato; concluso il contratto di polizia; accordi internazionali di respiro ampio con D.I.A. e Spagna in tema di lotta alla droga; con i dodici paesi della CEE a Parigi sul tema dell’immigrazione, del terrorismo etc.; i profili professionali per le forze di polizia in dirittura di arrivo! Bene! Una serie di successi considerevoli ed inaspettati. Il prof. Lauro mi ha fatto chiaramente intendere che l’azione del mio predecessore - apprezzabilissima- è passata in secondo piano. Molto bene, quindi, anche perché il Ministro Gava continua ad elogiarmi a destra e a manca e a dire un gran bene di me e della mia attività. C’è un grosso neo in tutta questa vicenda politica! Ed è rappresentato dal mio lavoro professionale, che è notevolmente diminuito e non poteva non esserlo per il mio maggior impegno governativo. Non poteva essere diversamente. Avevo creato un valido equilibrio di impegno, di lavoro e, anche, psichico tra la mia attività professionale e quella politica. Oggi tale equilibrio è saltato a tutto vantaggio dell’impegno politico ed a danno della mia attività professionale. I risultati di quest’anno, pur presentando minori entrate e maggiori spese, rispetto all’89 (ma sono comunque decisamente migliori se rapportati ai risultati del 1987) risentono ancora di una notevole posizione di rendita per il mio lavoro precedente. Il 1990 sarà certamente più deludente. Ma non importa. La mia vocazione è questa: cercare di operare bene e contribuire a migliorare la vita di quelli che stanno meno bene. E’ un imperativo categorico che mi insegue sin da bambino! Spero che Fabio prenda in mano decisamente le redini dello studio. Ha sostenuto nei giorni diciannove, venti e ventuno dicembre gli esami scritti da procuratore a Genova. Se li supera, come auspico, ha le porte della professione spalancate. A marzo è nata Martina, la mia cara nipotina, che si aggiunge a Benedetta e a Carolina! Tre nipotine, di cui la maggiore ha iniziato la prima elementare ed è piena di entusiasmo per la scuola, che supera con disciplina ed impegno. Carolina ha iniziato a camminare, svelta e vivacissima. Martina, buona, pacioccona e attenta. Sono tutte e tre un amore, anche se mi fanno sentire vecchio! Cristina, a Natale, era raggiante. Ha avuto in dono da Rossana e Carlito il meraviglioso anello di brillante, che apparteneva alla cara nonna Emilia, deceduta il 29 agosto 1989. Donna Emilia è entrata nella nostra famiglia per la sua schiettezza, per il suo modo di fare e per la sua trasparenza. Oggi, da morta, sarà presente sempre in Cristina per lo splendore di una pietra inimitabile! Anche questo spero che rappresenti il vincolo tra Guido e Cristina. Cristina è un po’ sacrificata nelle vesti di casalinga e di baby-sitter. Guido non è molto soddisfatto del suo lavoro. Dovremmo dare ai giovani maggior autonomia! Francesco non finisce di stupire! Ha già dato dieci esami universitari ed ha raggiunto la media del ventisei! Nelle medie, nel ginnasio e nel liceo aveva trovato difficoltà e voleva - ad un certo punto - trovare un lavoro ed abbandonare la scuola. Oggi sembra che abbia raggiunto la giusta carburazione. Affronta gli esami con metodo, con determinazione e senza traumi. Si vede che la materia gli piace e lo spirito di emulazione è servito a qualcosa. Chiara non va male a scuola, ma non studia niente. E’ piena di problemi futili: il vestito, la dieta, etc.! Eppure quest’anno affronta la licenza liceale. Ha la faccia buona: è spigliata, forse fin troppo, ed ... alla ricerca di un moroso! E’ l’età della stupidità. Questa sera passeremo il capodanno con Carlo, Piero e Claudio qui al nostro albergo. Il menù è determinato e raffinato ed io mi sono preparato, mangiando a mezzogiorno solo un poco di frutta. Addio, anno 1989. Benvenuto a Te, nascente anno 1990. Ad aprile avrò sessant’anni! Che tristezza! L’arrivo dei sessanta mi fa sentire vicina la vecchiaia. Moltissimi a sessant’anni vanno in pensione! Ma io non mi sento vecchio e ... da buttare. L’uomo si sente eterno e crede di essere eterno. Invoco da Dio la protezione sulla mia famiglia in questa fine d’anno, mentre fuori si incominciano a sentire i fuochi d’artificio. Su Pia, su Cristina, su Fabio, su Francesco, su Chiara, su Guido e Maria Grazia, su Benedetta, Carolina e Martina, su Nonna Teresa e su di me, o Signore. Proteggici ogni giorno ed ogni momento della nostra vita; seguici con i Tuoi consigli; siici vicino, sempre. Invoco anche la benedizione su mio fratello, mia cognata, il mio nipotino, la mia famiglia, su tutti gli amici ed anche i nemici. Buon anno a tutti!
Courmayeur, 31 dicembre 1989
|
|
- 1990
1990
Oggi, tre gennaio 1991, sono tornato da Courmayeur, dopo un breve soggiorno in casa da Lauretta e Carlo. C’era pure Flavia. Ho apprezzato molto la loro disponibilità e la loro cortesia. Lauretta non poteva essere più gentile: ci ha messo a disposizione una bellissima camera ed il loro bagno migliore. I primi conti di fine anno li ho stesi in casa di Lauretta il giorno trentun dicembre 1990. I risultati sono deludenti. Sarà il mio impegno del Governo (sempre più assorbente) saranno le maggiori inevitabili spese, sta di fatto che le entrate sono notevolmente diminuite e le spese, invece, sono aumentare. Comunque, non mi lamento, anche perché non mi può non tornare in mente una frase che uso ripetere sovente. ”Io non sono avido di denaro e, alla fine dell’anno, avere cento milioni in più o in meno, per me, è la stessa cosa”! Come vedete, posso anche ridere di queste cose, anche perché il risultato complessivo è abbastanza soddisfacente e dalla mia attività professionale traggo le sostanze per la mia famiglia e per le mie esigenze. Il mio impegno politico di Governo ha avuto una impennata notevole nell’anno in corso. Ad agosto si è sentito male il Ministro Gava, che ha dovuto dimettersi per motivi di salute nel mese di ottobre. Per due anni ho retto le sorti del Ministero dell’Interno, con un impegno non comune e con risultati che sono apparsi positivi. Addirittura erano corsi voci della sostituzione di Gava con ... me! Il che è tutto dire! Sempre nel mese di agosto, sono stato a Cuba ad un convegno dell’ONU sulla criminalità ed ho avuto importanti incontri politici, con il presidente Fidel Castro e con diversi Ministri di numerosi Stati. E’ stata una esperienza positiva ed interessante. Ho dovuto pronunciare il mio discorso in francese, rispolverando i miei studi scolastici. Di ritorno da Cuba mi sono incontrato - oltre che con Gava, convalescente da un brutto attacco di diabete - con Andreotti al quale ho riferito della mia missione. Nel corso dell’anno, oltre che in numerose missioni di rappresentanza, sono stato presente in Parlamento, concorrendo, talora anche in misura rilevante, alla soluzione ed alla approvazione di numerosi provvedimenti legislativi. Anche alla Camera dei Deputati ormai sono diventato un personaggio conosciuto ed apprezzato. Valga per tutti il pubblico elogio che l’on. Violante mi ha fatto durante un dibattito promosso dallo stesso P.C.I. e nel quale erano state richieste le dimissioni del Ministro Gava. E’ difficile, allo stato, fare una valutazione di Scotti che, ad ottobre, è succeduto nell’importante incarico a Gava. Direi che si è mosso bene ed ha avuto, dalla sua, alcune circostanze fortunate: l’arresto dei presunti assassini del Giudice Livatino; la scoperta della banda mafiosa di Gela che ha effettuato una vera e propria “mattanza”; alcune iniziative e presenze significative nel mezzogiorno; la lotta alla “guerra” proclamata contro le cosche mafiose, etc. etc. Staremo a vedere nel corso del nuovo anno.
* - * - *
L’attività del mio studio professionale ora si regge anche grazie a Fabio, che ha superato in modo brillante gli esami da procuratore presso la Corte d’Appello di Genova, iscrivendosi a pieno titolo nell’Albo degli avvocati. Fabio approfondisce i problemi, in tutti i loro aspetti, con una profondità di analisi e con una previsione di mosse future impressionanti. Assomiglia molto a nonno Anselmo, che sapeva leggere nel futuro. Ha pubblicato, di recente, un suo scritto sulla rivista di Uckmar “Diritto e pratica tributaria” ed ha ricevuto il compenso della fatica giuridica - letteraria. Un compenso di centocinquantamilalire modesto, ma significativo per Fabio, che non se l’aspettava (il suo vero compenso era rappresentato dalla pubblicazione!). Deve impadronirsi sempre più dei meccanismi professionali e lanciarsi poi nel mondo professionale, anche avvalendosi dello studio di Roma. I talenti li possiede per riuscire bene. Molto bene. Cristina è tornata nel mio studio e, sia pure a tempo parziale, è diventata subito la vera capo - ufficio con determinazione e grinta. Ho sostituito Claudia con Cristina, che si affianca a Enrica e Daniela che lavorano con impegno. Graziella è sempre attiva, legata al suo lavoro e fedelissima. Francesco continua nei suoi lusinghieri successi alla facoltà di legge a Genova. Ha già superato diciassette esami e lunedì sette affronta il suo diciottesimo esame. Si è impegnato molto nello studio ed ora riporta trenta su trenta in molti esami. All’ultima prova, di fronte al professore che gli proponeva il “ventotto”, con molta simpatia gli diceva che il ventotto gli rovinava la pagina del libretto dove figuravano tutti trenta. Chiara ha superato l’esame di terza liceo. Non aveva certo brillato nello studio e nella preparazione ; ma ha superato la difficile prova grazie alla sua intraprendenza, alla sua simpatia ed al suo “savoir faire”. Chiara è molto sensibile (forse troppo); generosa, aperta e pura come la sorgente cristallina. E’ soggetta ad alti e bassi, forse come me. Deve fare violenza qualche volta sul suo temperamento e sul suo carattere. Ha grandissime opportunità; una intelligenza superiore alla norma ; una simpatia viva ed una faccia pulita e sempre sorridente. Amici autorevoli - dopo averla conosciuta - me ne parlano in termini lusinghieri, elogiando la sua vivace intelligenza e la sua accattivante simpatia.
* - * - *
Ho concluso anche queste mie considerazioni di fine d’anno. Non mi resta che invocare la benedizione del Signore su quest’anno che è appena iniziato. L’abbiamo finito al cenone di capodanno del Royal di Courmayeur, con alcuni cari amici. Ho incontrato, nella circostanza, dopo tanti anni, Paolo e Maria (gran signori !), con i quali abbiamo festeggiato l’anno nuovo. Addio, 1990. Benvenuto a Te, 1991 ! Invoco la benedizione del Signore su Maria Pia, su Cristina, Fabio, Francesco e Chiara, su Guido e Maria Grazia, sulle nipotine Benedetta, Carolina e Martina, sulla cara Nonna Teresa, su mio fratello, sulle cognate, sui mie nipoti e pronipoti, su tutto il mondo, per la pace ed una maggiore giustizia sociale.
Savona, 3 gennaio 1991
|
|
- 1991
1991
Mi ritrovo a scrivere alcune considerazioni di fine anno. E mi sorprende la velocità con cui si succedono gli anni. Sembrava ieri ... il tre gennaio 1991, allorché ho steso le osservazioni conclusive sul 1990. Ed eccomi ora, alla sera del ventinove dicembre 1991, a chiudere l’anno 1991. Sono rammaricato di non aver tenuto un diario di questo anno intenso, giorno dopo giorno: sarebbe una “memoria” interessante e varia. Avevo iniziato molti anni fa, a prendere questa buona abitudine, ma poi l’ho stupidamente abbandonata. Se facessi il proposito di riprenderla con il 1992? ! ! Ai posteri ... l’ardua sentenza.
* - * - *
Uno sguardo sul 1992, innovando nella mia tradizione. Sarà l’anno delle elezioni generali politiche; della laurea di Francesco. Due appuntamenti importanti. Le elezioni si svolgeranno - con ogni probabilità - nelle domeniche cinque o dodici aprile: e saranno decisive. Vi è aria di disgregazione in giro; le leghe cercano di attrarre i malumori, le inquietudini e le insoddisfazioni. Mai come questo turno elettorale potrà riservare sorprese. Le previsioni sono impossibili. Comunque sia, affronterò la battaglia con determinazione. Francesco dovrebbe laurearsi a luglio: deve superare ancora tre esami e, poi, la sospirata tesi. E’ un altro importante avvenimento per la mia famiglia. Speriamo bene.
* - * - *
Posso ritenermi molto soddisfatto, poiché - considerando il mio intenso impegno politico di Governo - riesco a mantenere in vita ed efficiente lo studio professionale, poiché mi considero sempre un professionista dato in prestito alla politica. Ciò dipende dal valido e prezioso aiuto dei miei collaboratori e dall’impegno intelligente di Fabio che - pur borbottando - svolge una mole notevole di lavoro, molto pregiato qualitativamente. Molti clienti - che giro a lui - trovano in Fabio il professionista intelligente e preciso, che si occupa con scrupolo (talora persino eccessivo) dei loro problemi. Purtroppo io mi posso dedicare sempre meno alla attività professionale, anche se non lesino le fatiche e le ore - anche le più impensate - per stare con il ritmo, senza soste, della professione. Il sedici e diciassette dicembre ho avuto una grande soddisfazione nel patrocinare la vedova Brin ed il figlio Paolo nel processo in Cassazione, come parte civile, contro la Guerinoni, Geri ed altri. Dopo la relazione ho parlato per primo (la relazione è stata tenuta dal dr. Francesco Pintus - ex senatore della sinistra indipendente; il collegio era presieduto dal dr. Corrado Carnevale, noto come l’ammazza sentenze) ed ho svolto - con proprietà - una difesa efficace. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna alla Guerinoni per ventisei anni e mezzo e a Geri per quindici anni. Grande vittoria. Proprio oggi i giornali riportano la notizia che la “mantide” della Valbormida ed il suo amante Geri sono andati in carcere, a seguito del mandato di cattura del Procuratore della Repubblica di Milano.
* - * - *
L’anno 1991 è stato molto triste: il dodici febbraio 1991 è mancato - quasi improvvisamente - Attilio. Ero molto legato a mio fratello: non ci vedevamo molto e non ci frequentavamo spesso. Ma eravamo reciprocamente, l’uno per l’altro, un punto di riferimento preciso. Se ne è andato in meno di venti giorni. Aveva accusato dolori alla gamba ed alla schiena. Sembrava una osteoporosi o una sciatica. Venne ricoverato prima all’ospedale di Cairo, poi a quello di Savona. Credevamo si trattasse di una depressione psichica, tant’è che veniva curata dal prof. Pastorino, neurologo. Avevo avuto assicurazioni che si sarebbe ripreso. Invece se ne è andato all’improvviso. I medici hanno poi parlato di una forma tumorale ossea, considerato l’analisi, che portava un indice elevato di calcemia. Ma nelle precedenti analisi, questo non era emerso. Ed allora? I misteri della medicina. Gli errori degli avvocati incidono nel portafoglio del cliente; gli errori dei medici sono irrimediabili e finiscono sotto terra! Certo è che Attilio mi manca molto: era il mio fratello maggiore; ci volevamo bene; ci siamo sempre rispettati; era orgoglioso di me, anche se mi diceva di ... riposarmi un poco e di non fare la vita così convulsa, come faccio tuttora. Ciao Attilio. Sei certamente in Paradiso, perché Ti sei comportato sempre bene; sei stato onesto e buono nella Tua vita; hai lavorato con senso di generosità anche per gli altri. Non hai fatto male né recato offesa ad alcuno. Accanto alla mamma Rosetta ed al papà Lorenzo, riposi in pace nella gloria del Signore. Proteggici.
* - * - *
L’impegno politico si è esternato sempre al Governo, come Sottosegretario all’Interno. Sono stato confermato in tale incarico ad aprile, a seguito della crisi del sesto Governo Andreotti e sono stato il primo a prestare giuramento nelle mani di Andreotti, in anticipo sulla cerimonia di oltre un’ora. Dovevo infatti partecipare alla discussione in aula alla Camera dei Deputati, sul decreto legge sulla criminalità. Il Ministro Scotti era impegnato e dovevo sostituirlo e per fare ciò dovevo essere nel pieno delle mie attribuzioni. Scotti sta conseguendo ottimi risultati sul piano della immagine. Le iniziative che adotta riscuotono consensi: sono iniziative che colpiscono la fantasia della gente (la DIA ; lo scioglimento dei consigli comunali in odore di mafia; il coordinamento delle forze di polizia; la riduzione delle scorte; la limitazione delle sirene di accompagnamento etc.etc.). Ma mi sembrano tutti fuochi artificiali, non sostenuti da molta sostanza, anzi destinati a creare problemi e disparità di trattamento. Si è poi determinata una sorta di allarmismo eccessivo: la conclusione è che lo Stato sembra impotente, anche perché i risultati tardano a venire. Ho già fatto queste mie osservazioni critiche a Scotti (gli ho scritto anche che appare troppo alla radio ed alla TV), ma temo di essere stato frainteso. Io comunque faccio il mio dovere e gli ho risolto una infinità di problemi di varia natura, a livello parlamentare e al Ministero. A livello parlamentare concorrendo alla definizione di numerosi provvedimenti legislativi ed alla loro approvazione; al Ministero, sul problema del personale e con una infinità di deleghe per incarichi, manifestazioni, presenze etc. etc. L’impegno di Sottosegretario mi affascina e mi gratifica e sono soddisfatto della mia azione e della mia posizione. Anche se mi affatico e non risparmio energie. Lavoro con una intensità spaventosa: il lavoro non mi stanca, anzi mi esalta e mi carbura. Senza soste, senza interruzione. Di notte e di giorno. Ho come modello Andreotti: un modello inimitabile per resistenza alle fatiche e per capacità di lavoro.
* - * - *
La mia famiglia cresce: tre nipotine che sono un amore e quattro figli intelligenti e capaci. Maria Grazia è diventata la mia segretaria particolare al Ministero e svolge un buon lavoro. Guido ha buone prospettive. Chiara ha iniziato bene l’università: ha già superato quattro esami con medie ottime (superiori al ventisette) e si è ambientata bene all’Università La Sapienza. Si è trasferita a Roma e mi fa sentire meno solo: ha invaso la casa con la sua presenza simpatica e giovanile. Mi fa sentire più giovane. Francesco si dovrà laureare quest’anno; ma di lui e di Fabio ho già parlato all’inizio di queste mie considerazioni. Cristina è un fenomeno di efficienza e di sveltezza. In studio ha preso in mano la situazione con una grande capacità e maestria. Riesce a fare mille cose insieme, con una versatilità degne forse di mansioni più elevate. Ma se dovesse andare via dal mio studio, la sua assenza mi creerebbe problemi di non facile soluzione.
Ha stabilito un buon legame di solidarietà con Enrica, Daniela e Graziella, che svolgono bene il loro lavoro.
* - * - *
Domani riparto per Courmayeur, ospite di Lauretta e Carlo, allettato dal fatto che Chiara viene volentieri e che Francesco ha trovato una camera d’albergo, all’ultimo momento. Passeremo l’ultimo dell’anno in casa di Lauretta. Ma sabato quattro gennaio sarò di ritorno per il lavoro professionale e per quello politico. Ciao anno 1991! sessantun anni! Tanti. Troppi. Benvenuto a Te, anno nuovo. Invoco, come sempre, la benedizione del Signore sulla mia famiglia, su Pia, su Cristina, Fabio, Francesco e Chiara; su Guido e Maria Grazia, su Benedetta, Carolina e Martina, su mia suocera Teresa, cara a me come una mamma; sulle mie cognate, sui nipoti, parenti, amici e nemici. Che la pace del Signore regni nei cuori degli uomini.
Savona, 29 dicembre 1991
|
|
- 1992
1992
Oggi è il trentun dicembre 1992. Ho dato mezza giornata di ferie alle segretarie. Anzi un’intera giornata oggi e il due gennaio 1993, poiché cade di sabato. Sono eccezioni alla regola inflessibile di un lavoro intenso e senza soste, che ha sempre caratterizzato la mia vita, con rare evasioni. Le evasioni, ora, diventano rarissime, se si tiene conto che ormai ho sessantadue anni compiuti e mi avvicino ai sessantatre anni. Allora vi era l’impegno del lavoro intenso; oggi vi è anche la componente di un minor interesse e di un desiderio di ... starsene tranquilli in pantofole, senza dover discutere, parlare, sorridere. Stasera andremo all’albergo Moroni a Finale Ligure con alcuni cari amici. Ma con Pia avevamo già ipotizzato di starcene a casa, come soluzione migliore. Segno (brutto) dei tempi e ... dell’età.
* - * - *
L’anno 1992 è stato un anno bisestile, caratterizzato da fatti di grande rilievo, per la mia vita e per la mia attività. Intanto nei giorni cinque e sei aprile 1992 si sono svolte le elezioni politiche nazionali. Avevo previsto elezioni difficili e complesse, per la presenza di una forte protesta e per una disgregazione - sempre maggiore - delle forze sociali e dei cittadini. E’ in crisi profonda il sistema politico: sono in crisi i partiti, i sindacati e, purtroppo, la stessa democrazia. Il vento della protesta e della rabbia (che ha soprattutto origini di carattere fiscale) si fa sentire particolarmente violento al nord, con il movimento della Lega Lombarda. La corruzione estesa nei partiti, nei sindacati e nelle istituzioni ha costituito il colpo di grazia per il nostro sistema. Il fenomeno della cosiddetta “tangentopoli” (molto più esteso di quanto si potesse immaginare) ha determinato nella gente una sorta rabbiosa di reazione ed un disprezzo generalizzato verso tutta la classe politica. Oggi siamo “disprezzati”. Dobbiamo operare con alcune riforme, specie nel campo elettorale e, soprattutto, con la riforma morale e dei costumi. Sono fatti che richiedono tempo e la necessaria riflessione. Quindi, allo stato attuale, dobbiamo cercare di sopravvivere per superare e vincere questa fase delicata dei nostri rapporti con la gente. Il ventidue dicembre, al Senato, parlando - a nome del gruppo D.C. - sulle attribuzioni ed i poteri della commissione bicamerale, ho sostenuto la piena legittimazione del Parlamento eletto il cinque e sei aprile a proseguire nei suoi lavori, di fronte alle critiche di rifondazione comunista, del MSI e della lega lombarda che chiedevano elezioni anticipate. Queste sì, delegittimerebbero tutte le forze politiche - nessuna esclusa - e getterebbero il Paese nel caos.
* - * - *
Due altri fatti hanno caratterizzato i primi sei mesi del 1992: la formazione del nuovo Governo Amato e la laurea di Francesco. Io non avevo dubbi che sarei stato confermato nel mio incarico di Sottosegretario al Ministero dell’Interno. E invece è accaduto il fattaccio. I nostri grandi hanno studiato due criteri per i Ministri ed i Sottosegretari che hanno determinato una notevole e per certi versi ingiusta soluzione. Per i Ministri hanno studiato la incompatibilità tra l’incarico e la qualifica di parlamentare per cui gli eletti da appena tre mesi a deputati e a senatori (con un diretto rapporto con gli elettori) accettando l’incarico di Ministro hanno dovuto dimettersi da parlamentari (solo per la D.C.!). Un altro criterio è stato escogitato per i Sottosegretari: tutti sostituiti! ! ! Prima vigeva il criterio dei cinque anni e cioè il Sottosegretario che aveva raggiunto l’anzianità dei cinque anni, o diventava Ministro o doveva lasciare il posto ad altri. E giustamente. Per la formazione del Governo Amato, invece, si è introdotto il criterio che tutti i sottosegretari - nessuno escluso - dovessero venire sostituiti. Ed io, quindi, sono tornato nei ranghi del Parlamento. Come in tante altre cose, io ho saputo cogliere alcuni aspetti positivi da questa vicenda. Il lavoro e l’impegno di Sottosegretario se da un lato mi gratificavano e mi esaltavano, dall’altro lato, mi sottoponevano a disagi, sforzi intensi, senza poi un solo attimo di respiro. E’ stata, per me, una bellissima esperienza, molto interessante, che mi ha arricchito di importanti contatti a livello internazionale (per tre anni ho rappresentato l’Italia al gruppo Trevi dei dodici Ministri dell’interno della CEE) e di interessanti esperienze in Italia. Oggi sono il capogruppo della D.C. alla Commissione Affari Costituzionali: mi trovo bene: ho già fatto importanti relazioni su disegni di legge - anche costituzionale - e sono fra i più attivi. Della commissione fanno parte i sen. Martinazzoli, Gava, Mazzola, Cabras, Acquarone, etc. etc. E’ un poco la commissione filtro di tutti i provvedimenti legislativi più importanti e costituisce un interessante osservatorio di ogni iniziativa legislativa.
* - * - *
Avevo ancora sulla pelle la delusione per la mancata riconferma quale Sottosegretario, che il sei luglio provavo una intensa emozione per la laurea di Francesco. Dottore in legge con 110 e lode. Un’autentica sorpresa, il Francesco. Aveva iniziato la scuola in sordina senza mai eccellere, dibattendosi fra il sei più e il sei meno. Poi l’incertezza se iscriversi alla facoltà di architettura o a quella di legge. Sono stato sufficientemente imparziale nella decisione di Francesco, anche se - ed è ovvio - gradivo e ci tenevo moltissimo che Francesco facesse legge. Poi il dubbio anzi il timore che si trovasse in difficoltà con le nuove materie. Ed invece una vera e propria esplosione di successi, senza raccomandazioni! Francesco è venuto in studio da qualche mese e sta facendo bene. Si prepara con scrupolo, scrive correttamente ed ha buone idee. Se sono rose, fioriranno! Ho avuto la grande soddisfazione di scrivere sulla carta da lettere: dott. proc. Fabio Ruffino; dott. Francesco Ruffino. Chiara prosegue gli studi alla Sapienza. Da ottobre a dicembre ha avuto un bell’esploit! Ha superato quattro esami e si è portata a quota undici. La media supera il ventisette! E’ una piacevole sorpresa anche perché Chiara non passa molto del suo tempo sui libri. Ma tant’è: i voti sono positivi ed è già a metà del suo cammino universitario. Oggi è a Bellamonte con Fabio, Maria Grazia e Martina. Ieri sera Fabio mi ha telefonato per dirmi che Chiara è quella che trae maggior beneficio dalla breve vacanza e per invitarci a Bellamonte. Abbiamo declinato l’invito perché la località è troppo lontana; vi è la nebbia ed io non mi sento di guidare per centinaia e centinaia di chilometri! Fabio sta andando bene e credo che incominci a guadagnare dalla sua attività professionale più del papà. Fa le cose bene; si prepara con scrupolo e a fondo; neutralizza sul nascere le obiezioni degli avversari. Scrive molto bene e si impegna anche in articoli per la rivista tributaria di Uckmar. Maria Grazia ha messo studio come commercialista insieme a noi. Sta diventando, il nostro, uno studio associato. Maria Grazia è molto valida, intelligente. E’ stata ed è per me una preziosa collaboratrice. Martina cresce simpaticamente. Cristina è un fenomeno di efficienza e di funzionalità. Fa mille cose insieme e tutte molto bene. Oggi Cristina, Guido e Benedetta se ne stanno nel mare a Santo Domingo con amici. Beati loro! Li invidio per tale vacanza e per la loro splendente giovinezza (di cui però loro non si rendono conto). Benedetta è una donnina ... di appena dieci anni! Giudiziosa, riflessiva, studiosa: la prima della classe. Temperamento opposto la Carolina: quattro anni, tutta pepe e sale. Spiritosa e simpatica. Ci vorrebbe un maschio per la famiglia di mia figlia! Maria Pia è intelligente e brava, sa tenere bene la casa (a proposito la mia casa si è trasformata, sia nella cucina, sia nel salone, diventato un vero e proprio museo!).
* - * - *
Ciao anno 1992, benvenuto a Te anno 1993. Come passano presto gli anni ed io non mi so rassegnare all’incipiente vecchiaia. Che tristezza. Devo convincermi che la terza e la quarta età vanno vissute bene, con un nuovo spirito. Ma la cosa mi riesce difficile. Proteggi la mia casa, i miei cari, come li hai protetti nell’anno che sta per finire. Confortaci con la Tua parola; stacci vicino, sempre; suggerisci i nostri comportamenti; consigliaci sulle decisioni che dobbiamo prendere. Benedici Pia, Cristina, Fabio, Francesco, Chiara, Guido, Maria Grazia, Benedetta, Carolina, Martina e me; benedici Teresa, la mia grande ed amata suocerina che a novant’anni passati è ancora prodiga di consigli preziosi; le mie cognate Carla e Luciana; i miei nipoti e tutti, amici e nemici. Che la Tua pace, Signore, splenda su tutto il mondo.
Savona, 31 dicembre 1992
|
|
- 1993
1993
L’anno che sta per concludersi è stato contraddistinto per la mia famiglia da due avvenimenti. Quello centrale è rappresentato dal mio intervento chirurgico, a seguito di alcune manifestazioni rivelatesi nel giugno 1993. Qualche leggero disturbo alla prostata che - all’esame effettuato da mio nipote Luca Reggiani - si è rivelata grossa di oltre sei centimetri -, due o tre gocce di sangue - che mi hanno particolarmente preoccupato -, alcune terapie e l’intervento chirurgico fissato per il diciotto ottobre alla clinica Montallegro di Genova. Ho affrontato l’operazione con molta paura. Tant’è che, prima dell’intervento, ho fatto il testamento e mi sono rivolto, con maggiore attenzione, alla mia famiglia ed ai suoi valori immensi. Temevo molto l’anestesia: questa morte artificiale, indispensabile per evitarti il dolore dell’operazione, ma insidiosa per le nefaste conseguenze sul sistema nervoso e con una remota possibilità (ma pur sempre possibilità) di non svegliarti più dal lungo sonno. “Giancarlo, Giancarlo ...” mi risuonavano le parole di Pia “E’ andato tutto bene: ti hanno operato anche delle ernie inguinali”. Era il messaggio segreto tra me e Pia che l’intervento alla prostata era riuscito, se il professore si era avventurato anche nella operazione (facoltativa) alle ernie. Ho aperto gli occhi e, con mia soddisfazione, ho visto dall’asticella che sosteneva altri medicinali, la sacca del mio sangue (l’autodonazione) che mi ritornava nelle vene (segno che avevo perso poco sangue durante l’intervento). Il risveglio è stato meno doloroso di quanto avessi preventivato, tant’è vero che - nella notte - rifiutai l’iniezione di calmante che mi era stata preparata e che mi avrebbero dovuto iniettare durante la mia permanenza nella camera di rianimazione. Il decorso della degenza è stato positivo: il ventotto ottobre, a soli dieci giorni dall’intervento, venivo dimesso dalla clinica. Avevo un impegno professionale importante l’otto novembre a Torino per il processo in Corte d’Assise d’Appello in difesa di Re Sergio. Avevo chiesto l’autorizzazione al prof. Giuliani, il quale non aveva mosso obiezioni ed anzi aveva dato il suo OK! Sicché mi sono sentito autorizzato a presentarmi in Tribunale, a Savona, sin dal tre novembre. Troppo presto. Mi sono affaticato oltre misura e mi è venuta fuori una infezione, che mi ha costretto ad una forte cura di antibiotici e ad un forzato riposo, necessario per riprendermi. Oggi ho ripreso in pieno la mia attività (e ciò sin dalla fine di novembre) ed ogni giorno mi sento migliorato. Desidero, sempre in tema, riferire altre due considerazioni. Di esse, una è rimasta impressa a Pia ed a me. Siamo arrivati a Genova, in clinica, alle ore diciassette del giorno sedici ottobre, sabato. Ci hanno dato una camera che si affacciava nel cortile, piccola, triste, senza luce. Che delusione! Abbiamo passato alcune ore e tutta la prima notte in agitazione. Il giorno dopo siamo stati destinati ad una camera ariosa, piena di luce e di verde. L’ambiente ha una sua incidenza sullo stato psichico dei soggetti. L’altra circostanza riguarda la mia partecipazione al pranzo della Croce Rossa Italiana di Millesimo al Santuario de Deserto. Ci siamo andati volentieri sia perché Pia era stata la madrina alla inaugurazione della nuova sede di proprietà, sia perché avevo svolto un efficace interessamento a Roma perché la C.R.I. di Millesimo diventasse autonoma e venisse promossa al rango di sottocomitato. Battaglia lunga e difficile, ma conclusasi positivamente, grazie anche alla mia influenza quale Sottosegretario al Ministero dell’Interno. Ma, soprattutto, ci sono andato volentieri per portare alla Vergine del Santuario le mie preoccupazioni, chiedere la sua alta protezione e “raccomandarmi” a Lei per la mia salute e per la mia famiglia nella ipotesi in cui l’intervento avesse avuto esito negativo.
* - * - *
L’altro avvenimento che ha caratterizzato il 1993 è stata la nascita di Teresa, la nipotina nata dall’unione di Fabio con Maria Grazia. E’ nata il ventinove settembre e deve essere ancora battezzata. E’ una bambina graziosa, bella e, soprattutto, buona. Mangia e dorme; dorme e mangia. E’ stata con noi a Natale ed era vezzeggiata da tutti. Anche se lei continuava tranquillamente a dormire. Maria Grazia la sta allattando con risultati positivi. Certo è che io avrei gradito un bel maschio, per continuare la tradizione dei Ruffino. Quattro femmine, quattro nipotine. Sarà un problema il matrimonio con questa esplosione di femmine! Mi ha fatto molto piacere che sia stata chiamata Teresa, in omaggio alla bisnonna, di cui Fabio è ... innamorato, per il suo spirito, per la gioviale giovinezza, nonostante i novantuno anni compiuti; per i suoi interessi, per la sua vivace presenza. E’ una donna eccezionale. La vita di Teresa è stata contrassegnata da sacrifici e risparmi oltre misura e del tutto fuori luogo, se si tiene conto che possiede una proprietà immobiliare di tutto rispetto e di redditi considerevoli. E’ una donna di grande carattere e di stampo unico. Ha fatto la fortuna di nonno Anselmo!
* - * - *
La mia vicenda politica prosegue, anzi ha proseguito con intensità sino ai primi di ottobre; poi ho mollato sia per l’operazione e le mie condizioni di salute, sia anche per l’amarezza profonda della vicenda “tangentopoli” che ha coinvolto i vertici del nostro partito, determinando un clima di grande sfiducia e sconfitte cocenti da parte dell’elettorato. Le elezioni della primavera e dell’autunno inoltrato hanno manifestato una D.C. ingessata e un P.D.S. trasformista e apparentemente vincitore. E’ veramente singolare che, dopo cinquant’anni di libertà, di progresso e democrazia, gli elettori siano portati - anche per la nostra insipienza e la mancanza di piani strategici - a votare o l’estrema sinistra o l’estrema destra. Lunedì tre gennaio, come membro del direttivo dei senatori, avrò un incontro a Roma con Martinazzoli. Ci sarà l’atteso chiarimento e l’esposizione di una strategia per ricostruire un centro atteso da molti; direi dalla maggioranza del Paese. Intanto si pone concretamente il mio “personale” problema. Mi devo ripresentare o lasciare che altri si facciano avanti? Mia moglie ed i miei figli sono decisamente contrari ad una mia ricandidatura ed io stesso - in tempi ancora non sospetti - avevo annunciato la mia intenzione di non ricandidarmi sia alla riunione del comitato provinciale a Roma, sia alla conferenza regionale a Genova. Non vi è dubbio - e sarebbe ipocrita non sottolinearlo - che il lasciare mi costa molto. Ma credo anch’io che dopo ventitre anni di impegno a livello regionale e a livello parlamentare - sia opportuno lasciare ad altri tale incombenza. Sempre che la mia non appaia una diserzione in un momento difficile per il Paese e drammatico per il partito. La risposta a questi quesiti arriverà presto, poiché si parla di elezioni politiche anticipate per il 10 aprile 1994 (giorno del mio compleanno! e, forse, del mio abbandono della vita politica!).
* - * - *
Ed ora uno sguardo alla mia famiglia ed ai miei figli. Cristina continua in una proficua collaborazione nello studio legale, anche se talora sporadica. Ma essa riesce a fare - in poco tempo - una infinità di cose. E’ un fulmine, senza alcun esagerazione. Non le hai ancora detto di fare una cosa, che già l’ha realizzata. Benedetta fa l’ultimo anno delle elementari: mi sembra ieri che - nella stessa situazione - ci fosse Cristina. Tempo tiranno! Riesce molto bene. E’ già una vera e propria donnina. Parla bene, conversa con proprietà, è la prima a scuola, non solo come altezza (supera di oltre un palmo i suoi compagni), ma anche come profitto. Carolina è una “sbirulina”. Di una vivacità e di una simpatia unica. Autonoma, persino troppo, spiritosa e vivace. Ha rotto i denti a Martina in casa nostra! Fabio e Maria Grazia vanno bene. Fabio è molto preparato, studioso, scrive in maniera mirabile. Mi accorgo sempre più che Savona e anche Genova gli stanno strette. Il prof. Mazzoni - prematuramente scomparso -, che aveva conosciuto Fabio nel corso di urbanistica, l’aveva molto apprezzato e mi aveva riferito la frase che stasera ho fatto mia. Martina è molto educata, molto appropriata nel linguaggio e calma. L’esatto opposto di Carolina, con la quale vorrebbe sempre trovarsi e sempre stare insieme. Di Teresa ho già scritto. Francesco è la rivelazione del 1993. Frequenta con assiduità lo studio; si organizza bene; collabora con profitto. Scrive bene, si documenta; si avvale con profitto del computer etc. Mi ha preparato il processo in Corte d’Assise in difesa di Torielli, imputato di omicidio volontario ed assolto con formula piena, con grande capacità e con un notevole impegno. Devo a lui il successo conseguito. Così per il caso Re, con la collaborazione di Mara Tagliero. Ha anche proprietà e preparazione in campo civile. Ha avuto in questi giorni una bella causa possessoria. Promette molto bene. Il prossimo anno dovrà affrontare la difficile prova dell’esame di procuratore legale. Chiara non finisce mai di stupire: sostiene gli esami con ottimi risultati. Ha la media del ventisette ed ha superato già i quindici esami. Siamo quasi in dirittura di arrivo per la laurea. Stasera, trenta dicembre 1993, chiudo le mie considerazioni di fine anno. Domani andremo a Limone per la fine dell’anno. Invoco sulla mia famiglia la Tua benedizione, su tutti, o Signore, o Vergine del deserto. Proteggici ed aiutaci nel nascente anno nuovo!
Savona, 30 dicembre 1993
|
|
|