Pietro Santi

... PIETRO SANTI

Il 6 gennaio 1994 tragicamente scompariva il sen. Giancarlo Ruffino.
Rivivo, come fosse adesso, l’angoscia feroce di quella sera di Epifania: quella concitata notizia, lo stupore incredulo, il dolore sincero per la perdita improvvisa di un amico e di una guida che da subito apparve chiaro essere insostituibile per chi scrive e per chi ne condivise ideali e impegno politico.
Scrivo pubblicamente questo mio ricordo perché in pubblico era legato il mio essere spesso al suo fianco.
Lo stimavo e nutrivo per lui un affettuoso rispetto, cercavo di seguirne gli esempi, tentavo di onorare sempre il suo essermi amico.
Il poterlo frequentare, oggi mi è più chiaro ancora, mi accrebbe grandemente e non soltanto sul piano della formazione politica ma anche ed in ispecie sul piano della definizione della mia personalità.
La lucidità politica, la coerenza forte a ideali cristiani, cornice naturale di una visione dello stato costituita su fondamenti di giustizia sociale, di riequilibrio di un sistema spesso iniquamente disarmonico, la ferma e retta figura morale, l’attenzione ai problemi di tutti, indistintamente, hanno rappresentato occasione di crescita collettiva e per me in particolare.
Non dimentico mille episodi che mi hanno visto testimone: dalle attenzioni costanti agli uomini della sua scorta quando questi attendevano lui, uomo di governo, sul primo mattino, all’agitazione che lo coglieva ogni qual volta, a cerimonie ufficiali, non riusciva a vedere anch’essi ad un tavolo di convivio, alle irrefrenabili commozioni quando partecipava ad una dolorosa prova della vita di qualche cittadino anche a lui sconosciuto.
E poi la sua generosità, nascosta e riservata, il suo protendersi verso l’altro bisognoso e sofferente nel silenzio e  nell’ombra, l’allungare la mano in gesti di quotidiana carità, offrire la sua professionalità sempre disponibile per chi meno aveva e meno poteva.
Questa cristiana lezione di generosità e di amore per il prossimo mi ha tante volte fatto riflettere e altrettante volte mi ha spinto verso un tentativo di miglioramento morale.
La politica delle mani - pulite era un’altra inconfutabile caratteristica del sen. Ruffino.
La correttezza morale, l’irreprensibile coscienza che, pur tra mille e una difficoltà che gli si creavano, lo manteneva integro in contesti talvolta ambigui, emergeva ogni volta dal suo essere e si avvertiva tangibile nei rapporti con lui.
E anche la modestia, una modestia di chi è grande e di chi si staglia senza difficoltà.
Quante occasioni lo hanno visto messo da parte : eppure tante iniziative, le più considerevoli, hanno visto la luce a Savona, per l’idea e l’impegno del sen. Ruffino.
Eppure, all’atto della raccolta pubblica dei frutti di un lungo lavoro, spesso gli eventi lo escludevano senza peraltro intaccare la sua voglia di impegnarsi costantemente per un progresso e miglioramento generale.
Per questo, per quanto ha fatto per la mia città e la sua gente, per la lealtà della sua esperienza politica, per il vissuto generoso della sua storia, scrivo queste brevi righe, dettate dal cuore e accompagnate da un forte rimpianto.

Savona, 23 dicembre 1994
Pietro Santi
Consigliere comunale a Savona