Nino Ghisolfo

...NINO GHISOLFO

Millesimo, suo paese natale, ha salutato l’amico Senatore Giancarlo Ruffino con composta mestizia, con tanta malinconia e incredulità miste allo stupore ed al dolore per una perdita così grave.
Tutto si è svolto secondo lo stile che più piaceva a Giancarlo: in modo essenziale, senza tanti fronzoli, senza discorsi di circostanza ma con una straordinaria partecipazione al dolore di una famiglia.
Millesimo, che era orgoglioso di un Cittadino così illustre, lo ha salutato per l’ultima volta tra gli applausi di due ali di folla in cui, accanto agli uomini di Governo, accanto alle Autorità, si sono trovati, gomito a gomito, migliaia di semplici cittadini che hanno conosciuto Giancarlo e hanno voluto accompagnarlo lungo quel mesto tragitto.
Ricordare la sua figura significa per me parlare di un uomo conosciuto sui banchi di scuola con il quale fin da subito è sorto un legame di amicizia profonda che si è consolidato nel tempo.
Da allora (erano tempi del periodo bellico) non ci siamo più persi di vista.
Nel 1960 fu Sindaco di Millesimo e nel 1964 fu candidato alle elezioni amministrative per le Provincia di Savona.
Naturalmente fu eletto con un largo consenso popolare.
Fu la prima importante elezione destinata per Lui a segnare un cammino in continua ascesa.
Da allora, infatti, ricoprì la carica di consigliere regionale e poi via via fino alle più alte cariche dello Stato.
Senatore per quattro legislature, fu nominato per ben due volte sottosegretario agli interni. Carica che ricoprì con grande zelo e abnegazione.
Con lui, su piani certamente diversi, mi trovai a condividere la politica di questi ultimi trent’anni.
Anche per me, infatti, il 1964 fu l’anno del debutto politico quando fui eletto Sindaco di Murialdo.
La nostra amicizia non venne mai meno, ma anzi si intensificò.
Alla Sua porta bussai infinite volte quando i miei impegni di amministratore richiedevano l’attenzione di una persona qualificata ad alti livelli.
Fu certamente mio consigliere nel termine più vero della parola.
Con lui collaborai nel costituendo Consiglio di Valle e poi nella Comunità Montana.
Ricordo la Sua grande attenzione e la Sua dedizione nei confronti della nostra Valle e le battaglie che con l’avv. Cigliuti e con altri amici portò avanti nel nome della Valle Bormida.
Dalla costituzione fino ad ora è stato consigliere e capo gruppo del nostro Ente montano e certamente tante realizzazioni portano la Sua firma, certamente il Suo impegno e la Sua gran voglia di lavorare.
Ricordo l’attenzione particolare nei confronti dei problemi da affrontare e l’estrema correttezza verso l’opposizione consigliare di cui ha sempre messo in risalto il ruolo nonché le proposte o i suggerimenti che potessero tornare utili al bene della Sua e nostra amata Valle.
Il periodico “Alta Val Bormida” che entra nel suo trentacinquesimo anno di vita, lo vide tra i suoi fondatori e questa “creatura” gli fu così cara che ancora oggi continuava ad interessarsi alle Sue vicende.
Certamente questo ricordo non ha la pretesa di esaurire quanto Giancarlo ha fatto ed è stato per noi, per la sua gente, per la Valle Bormida.
Forse un libro non basterebbe a contenere la Sua attività.
Non vi era problema che lo cogliesse impreparato.
Non vi era esigenza comunitaria che non trovasse in lui un assertore convinto e tenace del lavoro da portare aventi.
L’ACNA fu la Sua spina nel fianco come lo fu l’Autostrada Torino - Savona, come lo fu ogni cosa che mortificasse o inibisse la laboriosità della nostra gente.
A pochi giorni dalla Sua morte, una legge che reca provvedimenti per la montagna è stata approvata.
E Lui, insieme ad altri parlamentari, fu uno dei primi a sottoscrivere il progetto originario.
Questa legge dà compimento ai temi che erano a Lui particolarmente cari.
In essa, infatti, si parla di nuovi poteri alle Comunità Montane, di agevolazioni ai coltivatori diretti; di sgravi fiscali ai piccoli commercianti.
Questa legge parla della montagna in generale e della sua tutela. In modo scarno ma molto efficace!
Non ha potuto gioire per la sua approvazione, ma sappiamo che, nella commissione di cui era componente, accelerò i lavori perché la legge potesse trovare la sua consacrazione definitiva prima dello scioglimento delle Camere.
Ora che Giancarlo non c’è più un grande vuoto si è venuto a creare e per di più difficilmente colmabile.
Con Lui se ne è andato l’amico di tante battaglie, di tante vittorie, di grandi entusiasmi, di speranze. Non possiamo fare a meno di dirgli grazie.
Grazie per quello che ha fatto, per quello che è stato, perché ha saputo parlare fino all’ultimo la lingua della gente semplice, perché ha saputo tagliare ardui traguardi.
Grazie perché nonostante il tempo e nonostante le sue mutate condizioni è sempre stato uno di noi che non disdegnava il dialetto e che per tutti aveva rispetto, riconoscenza ed affetto.
Ed una affettuosa partecipazione desideriamo estendere ai Suoi famigliari così duramente colpiti negli affetti più intimi.
Alla moglie Maria Pia e ai figli Francesco e Chiara gli auguri più sentiti per una pronta guarigione.
GRAZIE, GIANCARLO!
Millesimo, gennaio 1994

Geom. Nino Ghisolfo