... GIULIANO VASSALLI (2)
Giancarlo Ruffino fu tra i miei studenti di Genova, nella cui facoltà di giurisprudenza ho insegnato senza interruzione dal 1945 al 1956 due materie fondamentali, il diritto penale e la procedura penale. Tenevo le mie lezioni rispettivamente dalle 10 alle 11 e dalle 11 alle 12 e penso che Ruffino, che veniva da Savona, le abbia frequentate. Di lui serbavo una memoria vaga, ma certamente quella di uno studente molto intelligente e dotato, quando egli mi ricordò questi incontri nel 1983 in Senato, dove io, vecchio professore ormai vicino al “fuori ruolo”, ero stato eletto in un collegio del Lazio, mentre egli del Senato già aveva fatto parte dal 1976, eletto in quel collegio della sua Savona, che avrebbe poi tanto degnamente rappresentato, oltre che nella nona legislatura, in tutte le successive. Nel 1983 ci trovammo insieme nella Commissione giustizia, io come Presidente, lui come segretario: brillantissimo, attivo, instancabile, ottimista e spiritoso, ma soprattutto competente in ogni ramo di spettanza di quella Commissione. Era anche membro della Commissione per i procedimenti d’accusa e della Giunta per le elezioni e le immunità. Il lavoro in Parlamento non gli mancava davvero, ma so che trovava sempre il tempo necessario per il suo partito, per il suo collegio elettorale e per la sua bella famiglia tanto amata. Colpivano l’osservatore la prontezza, la semplicità, la freschezza con cui egli si sobbarcava agli incarichi e li svolgeva. E la sua naturale simpatia. Furono anni di lavoro fecondo, nell’interesse degli italiani. Dopo il 1987 ci ritrovammo in diversi ruoli, ma molto vicini : io Ministro della Giustizia ed egli Sottosegretario di Stato all’Interno. La frequentazione divenne quotidiana perché vi erano molti provvedimenti legislativi comuni ai due ministeri (basterebbe pensare ai tanti disegni di legge per contrastare la mafia e le altre forme di criminalità organizzata), con capitoli di una stessa legge predisposti, alcuni, dal ministero dell’interno ed altri da quello della giustizia. Ci trovavamo quasi sempre uno a fianco dell’altro perché io ero solito andare di persona sia alla Camera che al Senato, mentre il Ministro dell’Interno, per i provvedimenti legati alle materie di giustizia, si faceva rappresentare da Giancarlo Ruffino. Il ricordo che conservo di quegli anni di stretta collaborazione sono tra i più cari della mia vita. Con Ruffino era facile intendersi, anche se si apparteneva a partiti diversi; la sua intelligenza, la sua prontezza nell’affrontare situazioni difficili, la sua capacità di valutazione erano molto alte. Da cinque anni, per un tragico incidente, egli non è più. Anche in me, suo antico professore negli anni costruttivi della Liguria del dopoguerra e suo ammiratore nel ricordato impegno parlamentare e di governo, nel dolore e nel rimpianto rimane viva e presente ogni giorno la sua figura di uomo forte, generoso e buono.
Roma, 9 novembre 1998 Giuliano Vassalli V. Presidente Corte Costituzionale ex Ministro di Grazia e Giustizia
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