Gianfranco Ricci

...GIANFRANCO RICCI

Quando ti trovi a scrivere un pezzo incentrato su una persona che non c’è più, ti trovi sempre in difficoltà. Devi dirne bene o no, ma quale è la discriminante tra i due versanti ? Sarà inteso come piaggeria oppure come irriverenza ?
Giancarlo Ruffino certo mi avrebbe detto di sbarazzarmi dell’imbarazzo e di scrivere liberamente ... e così mi sforzo di fare.
Era personaggio certo controverso, o meglio era personaggio su cui si davano giudizi controversi.
Senza dubbio un notevole rigore ha caratterizzato la sua attività politica da quando, giovanissimo, aveva iniziato a vivere l’esperienza dell’Azione Cattolica, da quando cioè aveva inteso che quell’azione doveva esternarsi anche nell’impegno civile e politico.
Proprio questo argomento è stato centrale nell’Omelia di Monsignor Vescovo, durante la messa di suffragio celebrata sabato scorso in Cattedrale. “Era impegno politico maturato con convinzione e preparazione”.
Domenica, durante le esequie celebrate in una Millesimo stipata all’inverosimile da una folla unita da palpabile ed intensa commozione, l’anziano Parroco, Don Settimo Ornato, ha ricordato un Giancarlo Ruffino che, pur arrivato ad altissimi livelli nel suo “cursus honorum”, non aveva mai dimenticato il valore dell’amicizia e il legame con la sua terra e il Sindaco Michele Boffa in una breve e densissima orazione funebre, è ritornato sull’argomento sottolineando il tema della disponibilità al dialogo e al confronto e concludendo con la certezza che Giancarlo, poiché “vita mutatur, non tollitur” continuerà a vivere le emozioni della sua gente.
Tra le tante annotazioni riportate dalla stampa quotidiana, due credo meritino di essere riferite per conoscere meglio il personaggio Ruffino. La prima è tratta da Antonio Murgia, poliziotto in servizio presso la Questura di Savona e autista personale di Giancarlo Ruffino ai tempi nel suo incarico di Sottosegretario al Ministero degli Interni “... Il ricordo più nitido che ho di Ruffino è quello legato a suo fratello morto e a Millesimo. Ogni volta che arrivavamo alle porte di Millesimo, mi ripeteva: “c’è Attilio che ci sa aspettando”. Dopo qualche tempo quella frase la ripetevamo quasi in sintonia”.
La seconda : “Al bar Pastorino, poco distante dal Comune, un anziano sta prendendo un caffè. E nel dialetto di questa vallata, con i suoni così lontani dalla macaja rivierasca diceva ad un amico: “Ti ricordi di quella volta di Ruffino.”
Credo che di Giancarlo Ruffino valga proprio questo suo essersi ancorato a quel pugno di valori che contraddistinguono gli uomini delle nostre terre: la famiglia e l’amicizia.
Prima di concludere, ancora una osservazione: il mondo politico savonese non potrà non sentire la perdita di Ruffino, cosa del resto messa chiaramente in luce da tutti gli esponenti politici intervistati, anche da quelli lontani dalle sue idee politiche. Il progetto di un grande centro, alternativo a tutte le forme esasperate di massimalismi e qualunquismi, che in Ruffino aveva un attento propugnatore, aspetta di essere ripreso, sviluppato ed attuato. Il modo di dimostrare che non è morto invano su quella sciagurata autostrada è riprendere il suo insegnamento e la sua testimonianza.
Sono convinto che se oggi avesse potuto leggere la Lettura del Santo Padre ai vescovi italiani sull’attuale momento socio – politico, certamente ne sarebbe diventato uno dei più strenui difensori e propagatori. Sapeva bene, come ci ha lasciato scritto Jacques Maritain che “il fine della politica è il bene comune di un popolo unito: cioè qualcosa di essenzialmente e concretamente umano, e dunque etico. Questo bene comune è la vita buona del tutto sociale come tale, della moltitudine riunita, in modo che il tesoro e l’eredità crescente dei beni comunicabili contenuti in questa vita buona del tutto, siano fatti rifluire e siano distribuiti in un certo modo ad ogni membro della comunità”.
C’è ancora tanto da fare e lui ci sarebbe stato ancora di aiuto.

Savona, 14 gennaio 1994
Prof. Antonio Ricci
Presidente Fondazione
Cassa di Risparmio di Savona