Chiara Ruffino

... CHIARA RUFFINO

Era il sei gennaio 1994 e tornavamo da una breve vacanza trascorsa in famiglia a Limone. Papà era stato qualche giorno insieme a noi e si era poi recato a Roma, dove aveva avuto un incontro con Martinazzoli, in vista delle - allora probabili - elezioni politiche. Prima di tornare a Limone era stato a Savona per il funerale di un caro amico , l’ing. Giannantonio Ferro, triste occasione per vedere, un’ultima volta, tante persone a Lui care.
Papà era sempre in movimento, amava il lavoro e il riuscire a fare tante, tantissime cose in un giorno era per Lui una “piccola” soddisfazione.
Per me era un grande uomo.
Non amo pensare a Lui e diventare triste, perché non avrebbe senso.
Lui era un uomo forte, coraggioso ed ottimista.
Sembra che ci dica: “Io sono con voi e la vita continua”.
Lui era così.
Amava le persone e voleva vederle felici, non guardava la loro appartenenza politica, ma si preoccupava soltanto di risolvere i problemi di ognuno. Ripeteva spesso: “La mia più grande soddisfazione è fare del bene agli altri”.
A volte quando io Lo criticavo e Gli dicevo perché non era diventato un prete o un missionario, Lui, ridendo, ribatteva: “Chiaretta, almeno Vescovo”.
Era proprio simpatico!
Temevo che tanta gente lo circondasse per opportunismo e per mero tornaconto personale.
Lui si irritava e mi insegnava che prima dovevo capire e soltanto dopo avrei potuto giudicare; solo così avrei sentito la sincerità e l’affetto che lo circondavano, forse non di tutti, ma dei più sicuramente sì.
Era vero, aveva ragione e i suoi tanti amici ce lo hanno dimostrato fin dalla stessa sera di un anno fa quando decine, centinaia di persone ci circondarono di affetto e cercarono di aiutarci a colmare un vuoto immenso.
Stupiti, increduli, a domandarsi: “Ma è vero? Non c’è più”. Sì, è proprio così. Papà amava dire che il tempo è galantuomo; io mi sto accorgendo che il tempo certamente aiuta, non a diminuire il dolore, ma a convivere con esso.
Io preferisco aver avuto per soli ventidue anni una persona come Lui al mio fianco, piuttosto che per tanti anni un altro papà; così, spesso, ricordo Sant‘Agostino: “Gesù, non ti rimproveriamo di avercelo tolto, ti ringraziamo di avercelo dato”.
Ciao papà. La mamma, Cristina, Fabio, Francesco ed io Ti pensiamo sempre.

Savona, lì 6 gennaio 1995
Chiara Ruffino