... ANGELO NARI
Davvero non avrei mai pensato di dover ricordare, e nel tumulto dei sentimenti con i quali l’angoscia e la stupefatta contemplazione del mistero della morte avvolgono l’animo, un amico grande e caro con il quale ho condiviso tanta parte della stessa mia vita politica e professionale in un periodo lungo, caratterizzato da eventi, dall’incalzante ritmo del lavoro, e dell’impegno famigliare che è sempre e comunque stato prevalente. Ma la mia non è e non vuole essere una commemorazione. E’ un ricordo di vita, di comuni entusiasmi, di sacrifici consumati in situazioni difficili, ma sempre affrontati con ottimismo e guardando avanti, senza cedimenti, per cogliere gli obiettivi prefissati dalla voglia di vivere, di realizzare e realizzarsi, e di esperienze esaltanti vissute intensamente. Ho cominciato con lui la professione forense e, parallelamente, un lungo impegno politico e pubblico, esercitato con vigore ed al servizio dei cittadini, che ci gratificavano con un grande consenso, con umiltà, con il timore proprio dei principianti, facendo dell’ambizione il mezzo per aggredire gli ostacoli ma non il fine di una dura attività, inseguendo il successo ed ottenendolo con la tenacia e il sacrificio che i nostri genitori (così come la nostra gente) avevano esercitato insegnandoci ad essere uomini. Ho intrattenuto con lui un rapporto di amicizia profonda, di confidenza piena, reso più completo da una sostanziale comunanza di idee, e ne sono stato ricambiato sempre, con generosità piena. Non infrequenti furono i disaccordi, quando alla mia aggressività ed intransigenza, al mio rifiuto di qualsiasi compromesso, si contrapponeva la sua mediazione elegante, un po’ venata di possibilismo, diretta sempre alla composizione dei contrasti, ma il suo senso dell’amicizia, la sua generosità, non sono mai venuti meno. Gli rimproveravamo, e talvolta con ironia, quel tocco di amabile retorica che poneva sempre in tutte le sue manifestazioni, ma sbaglia chi ha voluto vedere in questi suoi atteggiamenti un modo abile e strumentale per eludere i problemi o per acquisire consensi al fine di prendere posizione. No, perché questo era invece il suo modo di essere autentico, era l’espressione del suo carattere. Lo hanno accusato di essere divorato dall’ambizione, dalla voglia di arrivare, di amare la cortigianeria. Ma si dimentica che senza l’ambizione, dalla onestà e dalla capacità professionale, dall’impegno profondo del lavoro, dalla disponibilità verso gli altri, non vi può essere mai risultato. Senza la voglia di vivere (che in lui era immensa) senza la determinazione a cogliere gli obiettivi ed i risultati, senza la capacità di lavorare con sacrificio ed instancabilmente, non vi è realizzazione né per sé né per gli altri. Fu uomo di grande fede e di valori. Ha amato profondamente la famiglia (alla quale ha dato tutto se stesso ed in modo splendido) ha amato e rispettato la professione, il cui esercizio lo esaltava perché era preparato, ha onorato la partecipazione alla vita pubblica, che lo ha visto protagonista e dove ha profuso il meglio di se stesso a favore della soluzione dei problemi della provincia. Amo, così, con grande commozione, ricordare a me, ai famigliari, a tutti gli amici ed a quanti lo hanno conosciuto, un caro amico per la cui perdita mi sento davvero molto triste e che mi mancherà. Ciao Giancarlo, o, come avrebbe detto lui, “carissimo” Giancarlo.
Finale Ligure, gennaio 1994. Avv. Angelo Nari
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